Un arsenale di esplosivi a Napoli
I carabinieri di Napoli hanno sequestrato un arsenale di 486 ordigni illegali di vario tipo, tra cui una “bomba Sinner”, così chiamata per il suo colore arancione, come i capelli del campione altoatesino di tennis. La scoperta è avvenuta durante un’operazione che ha portato all’arresto di un 24enne incensurato dell’area Flegrea, dove sono stati trovati 50 chili di materiale esplodente.
Tra gli ordigni sequestrati, oltre alla “bomba Sinner”, c’erano anche le tipiche “cipolle”, un tipo di bomba rudimentale molto pericolosa. Il materiale esplosivo, così come le varie componenti della miscela esplosiva, veniva ordinato via web, prevalentemente in Cina, e giungeva a destinazione separato per non destare sospetti.
Il mercato nero online
Il 24enne, secondo le indagini, utilizzava le chat di Telegram e i social media come Tik-Tok, Instagram e Facebook per pubblicizzare e vendere gli ordigni. I clienti potevano fare gli ordini online e ricevere le consegne in tutta Italia. Le campagne marketing online erano molto efficaci, tanto da attirare l’attenzione dei carabinieri, che hanno avviato un’indagine per scoprire l’identità del venditore.
L’arresto del 24enne è un duro colpo per il mercato nero di esplosivi online. Le autorità stanno lavorando per contrastare questo fenomeno, che rappresenta un grave pericolo per la sicurezza pubblica.
Il pericolo del mercato nero online
La scoperta di questo arsenale di esplosivi a Napoli è un monito sulla pericolosità del mercato nero online. L’accessibilità di questo tipo di materiale, anche attraverso canali come Telegram e i social media, è un problema serio che richiede un’azione coordinata da parte delle forze dell’ordine e delle autorità competenti. La facilità con cui si possono ordinare e ricevere esplosivi online, con consegne in tutta Italia, rende questo fenomeno ancora più preoccupante. È fondamentale intensificare i controlli e le misure di sicurezza per contrastare la diffusione di questo tipo di materiale e garantire la sicurezza dei cittadini.