Il ritiro degli operatori sociali
Tutti gli operatori sociali di ‘Medihospes’, l’ente gestore dei centri italiani in Albania per il rimpatrio dei migranti, lasceranno Schengjin e Gjader per rientrare in Italia entro il fine settimana. Secondo le informazioni disponibili, non sono previsti ricambi. Nonostante ciò, il Viminale ha confermato che i centri rimarranno operativi e vigilati, con un personale ridotto e variabile in base alle esigenze del momento. Restano in sette della cooperativa, con ruolo amministrativo, e il personale albanese, tra cui personale sanitario.
Le critiche al progetto
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha definito l’operazione un “fallimento epocale”, evidenziando lo spreco di fondi pubblici e la scarsa efficacia del progetto. Ha sottolineato che dall’apertura dei centri albanesi a oggi, in Italia sono sbarcate 6.000 persone migranti, mentre in Albania ce ne sarebbero appena 18 se i giudici non avessero applicato le leggi. Anche la deputata del Pd Rachele Scarpa ha criticato il progetto, definendolo “uno spreco disumano” e “un’operazione di propaganda” che ha causato sofferenza ai migranti trasferiti.
La posizione della Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri
La Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri ha espresso la sua preoccupazione per le modalità di selezione dei migranti, ribadendo che “la selezione dei migranti a fini amministrativi non è un processo di cura”. Il medico ha il solo scopo di curare senza discriminazione e questo principio deve essere applicato in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania. La Federazione ha anche sottolineato la necessità di “prevedere la presenza di figure adeguatamente formate” nei percorsi che coinvolgono i medici.
Considerazioni personali
Il fallimento dei centri di rimpatrio in Albania evidenzia la complessità della gestione dei flussi migratori e la necessità di un approccio più olistico e rispettoso dei diritti umani. La politica di rimpatrio forzato, basata su un’idea di sicurezza nazionale che ignora le reali necessità dei migranti, si è dimostrata inefficace e dannosa. È necessario un cambio di paradigma, che privilegi la cooperazione internazionale, la tutela dei diritti umani e la ricerca di soluzioni sostenibili per la gestione dei flussi migratori.