Operazione anti-corruzione a Roma
Il gip del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza nei confronti di sei persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, istigazione alla corruzione, falsa attestazione e certificazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.
L’indagine, condotta dalla procura di Roma e dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur, ha svelato un sistema corruttivo che coinvolgeva la realizzazione di certificazioni di collaudi e perizie su edifici, mai effettuati, con l’utilizzo di timbri d’ufficio e l’accesso abusivo a sistemi informatici catastali.
Le accuse si concentrano sulla finalità di perfezionare atti finalizzati al cambio di destinazione d’uso di alcuni immobili e a sanare abusi edilizi.
Misure cautelari
L’ordinanza del gip ha disposto diverse misure cautelari per gli indagati. Due persone sono state poste agli arresti domiciliari, mentre per altre tre è scattato il divieto di esercitare una professione, accompagnato per una delle tre dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per l’ultimo indagato è stata disposta la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio.
Tra gli indagati figura anche una dipendente di una società di Roma Capitale, gravemente indiziata di aver effettuato vari accessi abusivi ai sistemi informatici.
Un sistema corruttivo diffuso
L’inchiesta evidenzia un preoccupante sistema corruttivo che coinvolge la pubblica amministrazione e il settore edile. L’uso di false certificazioni e l’accesso abusivo a sistemi informatici rappresentano una seria minaccia all’integrità e alla sicurezza degli edifici e alla trasparenza delle procedure amministrative. La lotta alla corruzione è fondamentale per garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini.