L’accordo storico sulla finanza climatica
Dopo due settimane di negoziati intensi, la Cop29 di Baku ha finalmente raggiunto un accordo sull’aumento degli aiuti climatici ai paesi in via di sviluppo. L’accordo prevede un graduale aumento degli aiuti dai 100 miliardi di dollari attuali, previsti dall’Accordo di Parigi, fino a 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035. Questo risultato è stato raggiunto dopo un’intensa trattativa che ha visto il coinvolgimento di tutti i principali attori, con i paesi sviluppati che hanno aumentato la loro offerta iniziale e i paesi in via di sviluppo che hanno ribadito la loro richiesta di un supporto finanziario adeguato. Il documento finale, che è stato approvato dopo le due di notte, prevede che i paesi in via di sviluppo possano erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Questo è stato un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo e che desiderava erogare i suoi aiuti senza vincoli.
Il mercato internazionale del carbonio
Oltre all’accordo sulla finanza climatica, la Cop29 ha approvato anche le norme per il mercato internazionale delle emissioni di carbonio, previsto all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi e mai realizzato in dieci anni. Questo mercato, gestito dall’agenzia dell’Onu per il clima, l’Unfccc, permetterà agli stati di investire in progetti di decarbonizzazione all’estero, come la riforestazione. Il taglio delle emissioni che risulta da questo progetto all’estero viene contabilizzato come taglio delle emissioni del paese che paga. La creazione di questo mercato rappresenta un passo fondamentale per la decarbonizzazione globale, permettendo ai paesi di collaborare per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Le concessioni e le critiche
L’accordo finale ha visto alcune concessioni da parte dei paesi sviluppati, come l’aumento degli aiuti climatici e l’approvazione del mercato del carbonio. Tuttavia, l’Arabia Saudita è stata accontentata in quanto l’accordo non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. L’Unione Europea ha dovuto cedere su questo punto, come pure su diritti umani e delle donne, citati in modo generico nel testo finale. Il testo finale invita comunque ad arrivare a 1300 miliardi di dollari all’anno di aiuti al 2035, e fissa una Roadmap da Baku a Belem, sede della prossima Cop30 in Brasile, per studiare come si possa arrivare a questo obiettivo.
Un passo avanti, ma non sufficiente
L’accordo raggiunto alla Cop29 rappresenta un passo avanti significativo nella lotta al cambiamento climatico. L’aumento degli aiuti climatici e la creazione del mercato del carbonio sono strumenti importanti per aiutare i paesi in via di sviluppo a decarbonizzare le loro economie e a adattarsi agli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, è importante sottolineare che l’accordo non è privo di critiche. La mancanza di ambizione nella decarbonizzazione, la generica menzione dei diritti umani e la mancata specificazione dei meccanismi per raggiungere l’obiettivo dei 1300 miliardi di dollari all’anno di aiuti al 2035 rappresentano delle lacune che dovranno essere affrontate in futuro. La lotta al cambiamento climatico richiede un impegno costante e una collaborazione globale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di giustizia climatica.