Bolsonaro respinge le accuse di colpo di stato
L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha respinto con forza le accuse di aver partecipato al tentativo di colpo di stato per impedire l’insediamento del presidente eletto Luiz Inacio Lula da Silva. In un comizio nello stato di Alagoas, Bolsonaro ha definito le conclusioni delle indagini della magistratura come “un’invenzione”, sostenendo che la storia del colpo di stato non è credibile. “Questa storia non è credibile, si parla di un colpo di stato in cui nessuno ha visto un solo soldato per strada, nessuno ha sparato e nessuno è stato arrestato”, ha affermato.
Attacco al presidente della Corte Suprema
Bolsonaro ha quindi attaccato direttamente il presidente della Corte Suprema federale, Alexandre de Moraes, accusandolo di aver “inventato una storia molto creativa insieme alla Polizia Federale”. Secondo Bolsonaro, il governo e la giustizia “vogliono incolpare me e le Forze Armate per il tentativo di colpo di stato, come se Lula fosse un difensore della democrazia”.
Le accuse formali
La polizia federale ha formalmente accusato Bolsonaro di aver partecipato al tentativo di colpo di stato dopo la vittoria di Lula alle elezioni di ottobre 2022. La richiesta di incriminazione è stata trasmessa al giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes, che deciderà se rinviare a giudizio Bolsonaro o se rinviare il fascicolo alla polizia per ulteriori indagini.
La polarizzazione politica in Brasile
La vicenda del presunto colpo di stato in Brasile evidenzia la profonda polarizzazione politica che caratterizza il Paese. Le accuse contro Bolsonaro, da sempre legato a settori ultraconservatori dell’ambiente militare, hanno scatenato un acceso dibattito sulla natura del suo ruolo negli eventi del 2022. È importante ricordare che le accuse sono ancora in fase di indagine e che Bolsonaro ha il diritto di difendersi. Tuttavia, la vicenda mette in luce la fragilità della democrazia brasiliana e la necessità di un dialogo costruttivo tra le diverse fazioni politiche.