Le aperture di Valditara e le divisioni nel governo
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara continua a essere al centro del dibattito politico sulla violenza contro le donne, con le sue recenti dichiarazioni sul patriarcato e la relazione tra immigrazione e violenza di genere. Mentre il ministro ha espresso la sua disponibilità a confrontarsi con Gino Cecchettin, padre di Giulia, uccisa un anno fa dall’ex fidanzato, e ha precisato di non aver mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati, le divisioni all’interno del governo restano.
La ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella ha affermato che il patriarcato esiste, anche se in declino nel mondo occidentale, e che persiste in altre culture e Paesi. Dello stesso avviso la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio Martina Semenzato, che ha sottolineato come le lotte al femminile abbiano destrutturato il patriarcato, ma ha anche evidenziato l’aumento dei reati culturalmente e religiosamente orientati.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preferito non commentare le parole di Valditara, limitandosi a dire: “Io ho il mio linguaggio, altri hanno il loro linguaggio”. Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, invece, ha difeso Valditara, definendo il linciaggio subito dal ministro “inaccettabile” e sostenendo che l’unico patriarcato esistente sia quello islamico.
La premier Giorgia Meloni ha espresso la sua solidarietà a Valditara, mentre la segretaria del Pd Elly Schlein ha definito “grave” la decisione della maggioranza di rinviare il voto sul tema della violenza di genere al 25 novembre.
I dati sulla violenza di genere in Italia
Mentre il dibattito politico infuria, i dati del Dipartimento di Pubblica sicurezza relativi al 2023 mostrano che dei 5.832 autori di violenze sessuali in Italia, 2.524 sono stranieri, ovvero il 43% del totale. Diminuisce la quota degli stranieri responsabili di atti persecutori (18,5%) e di maltrattamenti contro familiari o conviventi (28%). Sono invece in maggioranza stranieri i segnalati per costrizione o induzione al matrimonio (25 su 33).
Il report dell’Istat, invece, rivela che le donne si sentono più a rischio degli uomini: il 38% teme gli stupri, il 19% non esce la sera e le ragazze tra i 14 e i 24 anni si sentono più insicure.
Scritte contro Valditara e reazioni del governo
Valditara è stato anche bersaglio di scritte apparse sulle mura esterne del ministero: “Valditara dimetti. Valditara fai schifo non puoi patriarcare per sempre” ed ancora “104 morti di stato non è l’immigrazione ma la vostra educazione”.
La premier Meloni ha definito il gesto “vile e inaccettabile”, mentre la ministra Roccella ha espresso la sua solidarietà a Valditara, sottolineando che “non si può brandire l’educazione al rispetto come slogan per poi contraddirla nei fatti”.
Un dibattito complesso e delicato
Il dibattito sulla violenza di genere in Italia è complesso e delicato. Da un lato, è fondamentale affrontare il problema con serietà e impegno, senza cadere in facili strumentalizzazioni. Dall’altro, è importante evitare di generalizzare e di creare divisioni tra gruppi di persone. Il focus dovrebbe essere sulla prevenzione e sul contrasto alla violenza, indipendentemente dal background culturale o dall’origine geografica degli autori. La lotta al patriarcato è un processo lungo e complesso che richiede un impegno costante da parte di tutti, istituzioni e cittadini.