Google accusa il Dipartimento di Giustizia di ‘agenda radicale’
Google ha lanciato un’accesa critica al Dipartimento di Giustizia Usa, accusandolo di voler imporre misure eccessive per porre fine al suo presunto monopolio nella ricerca. In una dichiarazione, Lee-Ann Mulholland, vice president di Google, ha affermato che il governo sta “portando avanti un’agenda radicale” che “van ben oltre le questioni legali di questo caso”.
Secondo Google, le richieste del Dipartimento di Giustizia, che includono la vendita del browser Chrome, la condivisione di dati e risultati di ricerca con i concorrenti e l’adozione di una serie di altre misure, sarebbero dannose per i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana.
“Il fatto che il governo provi a esercitare la sua influenza in questo modo danneggerebbe i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana proprio nel momento in cui ne ha più bisogno”, ha dichiarato Mulholland.
Il caso del monopolio di Google
Il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa contro Google nel 2020, accusando l’azienda di aver monopolizzato il mercato della ricerca online. Il governo sostiene che Google ha utilizzato una serie di pratiche anticoncorrenziali per mantenere la sua posizione dominante, tra cui l’utilizzo di accordi esclusivi con i produttori di dispositivi mobili e la manipolazione dei risultati di ricerca per favorire i propri prodotti.
Google ha sempre negato le accuse, sostenendo che la sua posizione di leadership è il risultato della sua capacità di fornire ai consumatori un servizio di ricerca di alta qualità. L’azienda ha anche sottolineato che la concorrenza nel mercato della ricerca è molto forte, con la presenza di altri importanti attori come Microsoft, Yahoo e DuckDuckGo.
Il caso è ancora in corso e si prevede che si concluderà con un processo.
L’impatto di un’eventuale condanna di Google
Se il Dipartimento di Giustizia dovesse ottenere una condanna contro Google, le conseguenze potrebbero essere significative per l’azienda e per l’intero settore tecnologico. Una possibile soluzione potrebbe essere la vendita di alcune delle attività di Google, come il browser Chrome, o la condivisione di dati e risultati di ricerca con i concorrenti. Tuttavia, è difficile prevedere con certezza l’impatto di queste misure e se esse porterebbero effettivamente a una maggiore concorrenza nel mercato della ricerca.