Foglio di via e accuse di violenza
Mohammad Hannoun, presidente dell’associazione Palestinesi d’Italia, ha ricevuto un foglio di via da Milano dopo una manifestazione pro Palestina. La notifica è arrivata a seguito di un intervento di Hannoun durante il corteo, in cui ha inneggiato ‘ai giovani di Amsterdam’.
Hannoun ha spiegato che il suo intervento era una risposta agli attacchi dei tifosi del Maccabi ad Amsterdam contro la comunità araba. Durante la manifestazione, Hannoun ha affermato che i tifosi del Maccabi hanno inneggiato all’esercito israeliano con slogan antisemiti, hanno compiuto atti vandalici contro le case degli arabi, picchiato tassisti arabi e bruciato bandiere palestinesi. In risposta a questi attacchi, ha detto, i cittadini di Amsterdam hanno risposto con attacchi simili.
“Ho detto che i tifosi del Maccabi ad Amsterdam hanno inneggiato all’esercito israeliano con slogan antisemiti, queste sono istigazioni a odio e violenza, dal carro ho detto che i tifosi hanno fatto atti vandalici contro le case degli arabi, hanno picchiato tassisti arabi e bruciato bandiere palestinesi, dopo tutto questo i cittadini di Amsterdam hanno risposto a questi attacchi con attacchi simili, così ho detto ‘facciamo un applauso a chi ha educato i fascisti israeliani'” ha dichiarato Hannoun a Orobik Channel.
Hannoun ha sottolineato che il movimento popolare non ha mai commesso atti di violenza e che il suo intervento era solo una risposta agli attacchi subiti dalla comunità araba ad Amsterdam. “Da 58 settimane scendiamo in piazza per chiedere con parole chiare di fermare il genocidio, i nostri slogan e interventi sono sempre stati nel rispetto, non sono arrivato in Italia ieri – ha sottolineato l’architetto residente a Genova – sono qui da 40 anni, mi sono laureato, sono integrato, so come funziona il sistema italiano, non ho mai chiesto a nessuno di fare qualcosa di illecito”.
Accuse di finanziamento ad Hamas
Hannoun è stato inserito, lo scorso 7 ottobre, nella “blacklist” del Dipartimento del Tesoro statunitense in quanto considerato finanziatore di Hamas. “Tutto quel che fa la nostra associazione nella striscia di Gaza e nei campi profughi è al 100% aiuto umanitario, non abbiamo mai finanziato fazioni militari” ha affermato Hannoun, negando categoricamente le accuse.
Hannoun ha criticato la politica italiana che considera “completamente pro Israele” e ha ribadito che il movimento popolare non ha mai commesso atti di violenza. “Purtroppo la nostra politica è completamente pro Israele, noi – ha concluso Hannoun – non abbiamo mai fatto un danno in 58 cortei, attraverso i quali facciamo da portavoce delle vittime gazawi”.
Il movimento popolare e la lotta per la pace
Il movimento popolare palestinese in Italia si batte da 58 settimane per chiedere la fine del genocidio in Palestina. I manifestanti si sono sempre distinti per il loro pacifismo e per il rispetto delle leggi italiane. Hanno sempre cercato di far sentire la voce delle vittime del conflitto israeliano-palestinese, denunciando le violenze e le ingiustizie subite dalla popolazione palestinese.
Il caso di Hannoun solleva la questione della libertà di espressione e del diritto di protesta in Italia. La decisione di emettere un foglio di via contro Hannoun è stata interpretata da molti come un tentativo di silenziare il movimento popolare palestinese e di impedire la diffusione di informazioni su quello che sta accadendo in Palestina.
Il ruolo dei media e la copertura del conflitto
Il conflitto israeliano-palestinese è un tema complesso e delicato, che suscita forti emozioni e opinioni contrastanti. È importante che i media svolgano un ruolo responsabile nella copertura del conflitto, fornendo informazioni accurate e imparziali e dando voce a tutte le parti in causa.
Il caso di Hannoun è un esempio di come la libertà di espressione e il diritto di protesta possano essere messi a rischio in un contesto di conflitto. È importante che la società civile e i media si battano per la difesa di questi diritti fondamentali, garantendo che tutte le voci possano essere ascoltate e che la verità possa essere diffusa senza censure.
Considerazioni personali
Il caso di Hannoun è un esempio di come la libertà di espressione e il diritto di protesta possano essere limitati in un contesto di conflitto. È importante che la società civile e i media si battano per la difesa di questi diritti fondamentali, garantendo che tutte le voci possano essere ascoltate e che la verità possa essere diffusa senza censure. La vicenda solleva anche la questione della copertura mediatica del conflitto israeliano-palestinese. È importante che i media svolgano un ruolo responsabile nella copertura del conflitto, fornendo informazioni accurate e imparziali e dando voce a tutte le parti in causa.