Il ricorso di Cippone

Il commerciante barese Donato Cippone aveva presentato ricorso contro l’elezione di Antonio Decaro al Parlamento Europeo, sostenendo che il sindaco di Bari non sarebbe stato eleggibile perché non aveva presentato le proprie dimissioni e cessato le proprie funzioni almeno 180 giorni prima della data di scadenza del Parlamento europeo. Cippone sosteneva che, secondo la normativa, il sindaco avrebbe dovuto dimettersi prima di candidarsi alle elezioni europee. Il ricorso di Cippone è stato respinto dalla quinta sezione civile della Corte d’appello di Napoli, presieduta da Caterina Molfino.

La sentenza della Corte d’Appello

La Corte d’appello ha ritenuto infondata la tesi di Cippone, confermando l’eleggibilità di Decaro. I giudici hanno stabilito che i sindaci dei comuni con più di 15mila abitanti possono essere eletti al Parlamento Europeo anche se devono poi dichiarare, entro 30 giorni dalla proclamazione, se optano per tale carica o per la conservazione dell’incarico di sindaco. In questo caso, Decaro ha optato per il seggio al Parlamento Europeo, rinunciando al suo incarico di sindaco di Bari.

Il ruolo del Procuratore Generale

La sentenza evidenzia anche che il procuratore generale, pur essendo stato informato del ricorso, è rimasto silente durante l’udienza. I giudici hanno annotato che il procuratore generale aveva ricevuto la comunicazione del ricorso il 24 luglio scorso, ma non ha partecipato al processo.

Le spese processuali

La Corte d’appello ha condannato Cippone a rifondere a Decaro le spese processuali per 12.650 euro.

Considerazioni sulla sentenza

La sentenza della Corte d’Appello di Napoli chiarisce un punto importante sulla normativa elettorale italiana, confermando la possibilità per i sindaci di comuni con più di 15mila abitanti di essere eletti al Parlamento Europeo. La sentenza sottolinea anche l’importanza del ruolo del Procuratore Generale nel processo, evidenziando il suo silenzio durante l’udienza. La decisione della Corte d’Appello pone fine al contenzioso legale, confermando l’elezione di Antonio Decaro al Parlamento Europeo.

Di veritas

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