Il governo brasiliano si prepara a tagliare la spesa pubblica
Dopo il G20, il governo brasiliano torna a concentrarsi sulla questione dei tagli alla spesa pubblica, un tema che sta creando non poca apprensione tra gli operatori finanziari. La preoccupazione principale è la tenuta dei conti pubblici, sia a breve che a lungo termine, e la possibilità di fibrillazioni sui mercati.
Secondo le previsioni, il ministro delle Finanze Fernando Haddad presenterà il pacchetto di tagli entro domani. Si stima che la riduzione dei costi sarà compresa tra 850 milioni e 1 miliardo di euro, pari a 5-6 miliardi di real.
L’approvazione del pacchetto di tagli sembra essere in buona parte assicurata. Il ministro del Lavoro Luiz Marinho ha già dato il suo assenso ai tagli allo stato sociale, e anche il ministro della Difesa José Múcio Monteiro si è detto disponibile a sacrifici, aprendo alla riduzione dei benefici previdenziali riservati ai militari.
La previdenza militare nel mirino
Uno dei settori che sarà maggiormente interessato dai tagli è la previdenza militare. La spesa per la previdenza dei militari ha raggiunto nel 2022 la cifra di 8,2 miliardi di euro (49,7 miliardi di real). La proposta prevede l’introduzione di un’età minima per il pensionamento a 55 anni, con un aumento della contribuzione rispetto all’attuale 10,5%. A titolo di confronto, l’età minima per la pensione dei civili in Brasile è di 65 anni per gli uomini e 62 per le donne, con una contribuzione fino al 14%.
Un’altra differenza sostanziale tra la previdenza militare e quella civile è il valore della pensione. I militari continuerebbero a ricevere il valore integrale dell’ultimo stipendio, mentre i civili avrebbero una pensione contributiva, sensibilmente più bassa dello stipendio.
Per convincere i militari ad accettare i tagli, il governo potrebbe proporre in cambio una riduzione dei super-stipendi nella pubblica amministrazione, soprattutto per la magistratura.
Un passo necessario o un rischio per la stabilità sociale?
La decisione del governo brasiliano di tagliare la spesa pubblica, in particolare la previdenza militare, è un passo delicato. Da un lato, è comprensibile la necessità di riportare la fiducia nei mercati finanziari e di garantire la sostenibilità dei conti pubblici. Dall’altro, è importante considerare le possibili conseguenze sociali di tali misure. La riduzione dei benefici previdenziali per i militari potrebbe generare malcontento e tensioni all’interno delle forze armate, con possibili ripercussioni sulla stabilità del paese.
Il governo dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze economiche e quelle sociali, assicurando che i tagli siano attuati in modo equo e responsabile, evitando di penalizzare eccessivamente i settori più vulnerabili della popolazione.