L’accusa di colpo di stato contro Bolsonaro
L’ex presidente brasiliano di destra, Jair Bolsonaro, è stato formalmente accusato dalla polizia federale di aver partecipato al tentativo di colpo di stato per impedire l’insediamento del presidente eletto progressista Luiz Inacio Lula da Silva, dopo la vittoria alle elezioni di ottobre 2022.
Il documento, diffuso dalla polizia, chiude la prima fase di indagine sulle presunte trame sovversive elaborate da Bolsonaro insieme con alcuni dei suoi ministri e dei suoi più stretti collaboratori.
La richiesta di incriminazione per 37 indagati – la testa e il cuore della passata amministrazione – è stata trasmessa al giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes che – sentita la procura generale – deciderà se rinviare a giudizio e aprire il processo presso l’Alta Corte o rinviare il fascicolo alla polizia per ulteriori indagini. Non è stato chiesto l’arresto di Bolsonaro.
I nomi coinvolti
Oltre a Bolsonaro, la richiesta include i generali Walter Souza Braga Netto, ex candidato alla vicepresidenza nella lista di Bolsonaro per il 2022, e Augusto Heleno, ex ministro del Gabinetto di sicurezza durante il precedente governo. L’elenco include anche l’ex capo dell’Agenzia di intelligence brasiliana (Abin) Alexandre Ramagem e il presidente del Partito liberale (Pl), Valdemar da Costa Neto.
Il piano per uccidere Lula e Moraes
Le indagini mostrano – tra l’altro – che i militari arrestati martedì scorso, nei giorni del G20, erano legati al tenente colonnello Mauro Cid – ora collaboratore di giustizia – e ex aiutante di campo di Bolsonaro, che avrebbero anche ideato un piano per uccidere oltre a Moraes, anche Lula e il vicepresidente Geraldo Alckmin prima del loro insediamento, poi avvenuto nel gennaio 2023.
L’attacco ai palazzi del democrazia e il piano per avvelenare Lula
L’indagine conclusa riguarda il coinvolgimento nell’attacco ai palazzi del democrazia dell’8 gennaio a Brasilia, il complotti per il colpo di Stato durante le elezioni presidenziali del 2022, incluso il dossieraggio dei servizi di intelligence parallela , oltre al piano per avvelenare Lula, Alckmin e Moraes.
“Allora sono uno che deve ringraziare davvero molto perché sono vivo. Il tentativo di avvelenare me e Alckmin non ha funzionato, siamo qui”, ha commentato Lula poco prima della consegna degli atti, che ammontano a circa 800 pagine. L’ultimo tassello dell’inchiesta era emerso all’inizio di questa settimana, durante i giorni del G20, quando erano stati arrestati militari che stavano facendo assistenza alla sicurezza del vertice dei leader e capi di Stato. “Una trama di cui Bolsonaro – affermano gli atti – era al corrente”.
Le implicazioni dell’accusa
L’accusa di colpo di stato contro Bolsonaro è un evento di grande rilevanza per il Brasile e per la regione latinoamericana. Se confermata, dimostrerebbe che la transizione democratica in Brasile è stata minacciata da un tentativo di sovvertimento dell’ordine costituzionale. L’indagine in corso è un test importante per la tenuta delle istituzioni democratiche brasiliane e per la capacità del sistema giudiziario di garantire la giustizia e la legalità.