La protesta di Ahoo Daryaei e la sua scomparsa
Ahoo Daryaei, studentessa iraniana, è scomparsa da oltre due settimane. Il suo arresto risale al 2 novembre, quando si è spogliata nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca dell’università Azad di Teheran per protestare contro l’obbligo del velo. Il video della sua protesta è diventato virale sui social media, suscitando un’ondata di indignazione e preoccupazione per la sua sorte.
Secondo le informazioni disponibili, Ahoo Daryaei sarebbe stata rinchiusa in un istituto psichiatrico. La sua famiglia e gli attivisti per i diritti umani non hanno avuto notizie di lei da allora, alimentando timori per la sua sicurezza e la sua salute.
L’altorilievo di Nicola Urru sulla spiaggia di Platamona
Per tenere alta l’attenzione sul caso di Ahoo Daryaei, l’artista sardo della sabbia Nicola Urru ha realizzato un enorme altorilievo sulla spiaggia di Platamona. L’opera raffigura la studentessa a braccia conserte, proprio come nel video che ha reso nota la sua protesta.
L’altorilievo è un potente simbolo di solidarietà e di sostegno alla lotta per la libertà e i diritti umani in Iran. L’opera di Urru è un monito contro la repressione e la violenza che si abbattono su coloro che osano sfidare le autorità.
Il messaggio di Nicola Urru
Nicola Urru ha accompagnato la sua opera con un messaggio sui social media, in cui esprime la sua preoccupazione per la sorte di Ahoo Daryaei e la sua critica al regime iraniano. Urru definisce l’arresto e il presunto ricovero in un istituto psichiatrico come un tentativo di “spegnere la sua fiamma” e di “soffocare quel fuoco indomabile” che rappresenta il suo desiderio di libertà.
L’artista sottolinea che “le idee non si possono ammanettare, né chiudere in una stanza bianca”. Con la sua opera, Urru vuole dare voce a Ahoo Daryaei e a tutti coloro che lottano per la libertà in Iran.
La libertà di espressione e la lotta per i diritti umani
Il caso di Ahoo Daryaei è un esempio di come la libertà di espressione e la lotta per i diritti umani siano ancora oggi minacciate in molte parti del mondo. La sua protesta contro l’obbligo del velo è un atto di coraggio che merita di essere riconosciuto e sostenuto. Il silenzio e l’indifferenza non sono soluzioni. È importante continuare a tenere alta l’attenzione su casi come questo, per dare voce a chi non ne ha e per combattere la repressione e la violenza in ogni forma.