Il processo di appello per le minacce a Saviano e Capacchione
Lo scrittore Roberto Saviano ha espresso la sua delusione e frustrazione durante l’udienza del processo di appello per le minacce rivolte a lui e alla giornalista Rosaria Capacchione, avvenute in aula durante il processo di appello Spartacus a Napoli nel 2008. Il processo, che vede imputati il capoclan Francesco Bidognetti e l’avvocato Michele Santonastaso, è in corso da 16 anni e ha subito numerosi rinvii.
Saviano ha dichiarato: “Sto valutando di rimettere la querela nei confronti di Bidognetti, mi sembra a volte di stare in una messa in scena. Questo processo dura da 16 anni, per quattro volte in appello è stato rinviato perché non si trovava il modo di notificare l’atto a Santonastaso, uno dei due imputati, avvocato di Bidognetti e condannato in primo grado per minacce mafiose.”
Le strategie difensive e la lentezza della giustizia
Saviano ha denunciato le strategie difensive che, a suo dire, rallentano il processo: “Oggi, poco prima dell’inizio dell’udienza – ha aggiunto Saviano – è arrivato dal nuovo difensore di Santonastaso un certificato medico secondo il quale ha avuto coliche renali, quindi ancora una volta rinviato. I processi antimafia in Italia subiscono lungaggini infinite perché vivono di strategie ben precise, io persevero anche se penso di rimettere la querela perché a questo punto è diventato tutto incredibilmente al servizio della difesa degli imputati.”
Lo scrittore ha evidenziato la sua delusione per la lentezza della giustizia e la sua convinzione che le organizzazioni criminali abbiano vinto la battaglia contro la criminalità organizzata: “L’Italia è e rimane un Paese a vocazione mafiosa, in tutti i suoi comportamenti – ha affermato lo scrittore fuori dall’aula – quando i processi durano così tanto non posso che ribadirlo. Le organizzazioni criminali hanno vinto, è inutile che facciamo finta con la retorica antimafiosa. Ci vediamo al prossimo rinvio.”
La richiesta del pg e la prossima udienza
Il pg ha chiesto di confermare le condanne ad 1 anno e mezzo di carcere per il capoclan Francesco Bidognetti e 1 anno e due mesi per l’avvocato Michele Santonastaso. La sentenza è attesa per il prossimo 27 gennaio.
Riflessioni sulla lotta alla mafia
La dichiarazione di Saviano solleva un’importante questione: la lentezza della giustizia e la sua efficacia nella lotta alla mafia. La sua critica, seppur forte, pone in luce un problema reale che affligge il sistema giudiziario italiano e che rischia di minare la fiducia dei cittadini nella giustizia. La domanda che sorge spontanea è: come si può garantire un processo rapido ed efficace che non lasci spazio a strategie difensive dilatorie e che non dia l’impressione che la mafia abbia vinto? La risposta è complessa e richiede una riflessione profonda sul sistema giudiziario italiano e sulle strategie di contrasto alla criminalità organizzata.