La protesta dei cittadini della Val di Ledro
Un’ondata di protesta sta scuotendo la Val di Ledro, in Trentino, dove i cittadini si oppongono all’abbattimento di un abete bicentenario destinato a decorare Piazza San Pietro a Natale. Con torce, giacche calde e cappelli di lana, hanno cinto l’albero in un abbraccio simbolico, manifestando la loro contrarietà con un appello accorato al Papa.
“È un’usanza che va superata per il bene dell’ambiente”, affermano i cittadini, che hanno lanciato una petizione online su chiange.org, raccogliendo oltre 50.000 firme. La notizia del possibile “abeticidio” ha fatto il giro del mondo, con la Val di Ledro al centro di un dibattito su sostenibilità e spreco di risorse.
“Chiediamo a Sua Santità di scongiurare questo taglio e di venire da noi in Valle a visitare la bellezza di questi luoghi”, dice Lorenzo, uno dei cittadini in prima linea nella protesta. La comunità locale propone anche un’alternativa al Vaticano: “Perché non pensare di realizzare un albero artistico permanente con legna derivante dagli alberi caduti a causa degli eventi climatici, come è stato fatto a Molveno? Un eventuale messaggio in tal senso dal pontefice sarebbe davvero un segnale di cambiamento.”
Le ragioni della protesta: ambiente, risorse e servizi
La protesta dei cittadini della Val di Ledro non si limita alla difesa dell’abete bicentenario. Il loro grido di allarme si estende alle carenze di servizi e alla necessità di un’attenta gestione delle risorse locali.
“Destinare 60.000 euro all’abbattimento dell’albero significa sperperare risorse preziose che dovrebbero essere destinate ai servizi importanti”, spiega Carla, evidenziando la mancanza di medici di base, la difficoltà di accesso alle analisi del sangue e i problemi con i trasporti.
“I trasporti sono praticamente inesistenti, con pochissime corse e quasi tutte concentrate sugli orari per gli studenti”, aggiunge Gloria, sottolineando anche il crollo della galleria che porta a Riva del Garda e le precarie condizioni del manto stradale. “Da febbraio ad oggi non è stato ancora ripristinato il percorso ciclopedonale”, lamenta Giovanni, evidenziando i pericoli per i turisti che si trovano a transitare sulla statale.
Marco, studente universitario, si lamenta della scarsa apertura della biblioteca, mentre Alessia sottolinea l’assurdità di “portare un albero di Natale, simbolo di pace, con un elicottero, un mezzo dell’esercito”.
Un simbolo di pace e un appello al cambiamento
La fiaccolata di protesta intorno all’abete, con la luna e il freddo come testimoni, ha rappresentato un momento di forte carica simbolica. “Il nostro è stato un cerchio a mo’ di protezione simbolica dell’albero”, raccontano i cittadini, ribadendo “l’assurdità della violenza gratuita su un essere vivente ignaro e indifeso per qualche ridicolo selfie in una festa che vorrebbe ricordare e celebrare una nascita con un’agonia”.
La protesta della Val di Ledro si inserisce in un contesto di crescente attenzione per l’ambiente e per la sostenibilità, con un’esigenza di ripensare le tradizioni e le celebrazioni in chiave più responsabile. L’appello al Papa per scongiurare l’abbattimento dell’abete e per un messaggio di cambiamento rappresenta un’occasione per riflettere sul valore della natura e sulla necessità di un’attenta gestione delle risorse, non solo a livello locale, ma anche a livello globale.
Un segnale di cambiamento?
La protesta della Val di Ledro rappresenta un’opportunità per riflettere sul ruolo delle tradizioni in un’epoca di crescente attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. L’abbattimento di un albero secolare per una celebrazione potrebbe essere visto come un gesto simbolico di un’epoca che non tiene conto del valore della natura e delle risorse del pianeta. Il Papa, con la sua influenza globale, potrebbe lanciare un messaggio di cambiamento, promuovendo un’interpretazione più consapevole delle tradizioni e un approccio più rispettoso verso l’ambiente.