Il paradosso di Sace: più garanzie per il fossile che per le rinnovabili
Secondo un rapporto di Ecco, un think tank italiano per il clima, e E3F (Export Finance for Future), Sace, la società pubblica italiana per il finanziamento degli investimenti all’estero, ha garantito nel 2023 ben 584 milioni di euro per progetti nel settore oil & gas, a fronte di soli 303 milioni per progetti ‘climate positive’. Questo significa che solo il 34% delle garanzie Sace è andato a sostenere progetti che contribuiscono alla transizione energetica. Il rapporto, diffuso alla Cop29 di Baku, analizza le garanzie emesse dalle agenzie europee di credito all’esportazione e mette in luce una tendenza preoccupante per quanto riguarda l’Italia.
Un contrasto con gli impegni internazionali
L’azione di Sace, secondo Ecco, è in contraddizione con la Clean Energy Transition Partnership, annunciata alla Cop26 di Glasgow. In quell’occasione, 39 firmatari, tra cui l’Italia, si erano impegnati a eliminare il sostegno finanziario pubblico al settore dei combustibili fossili entro il 2022, in ambito internazionale. L’Italia, con la sua politica di sostegno al settore oil & gas, sembra aver disatteso questo impegno, dimostrando una mancanza di coerenza tra le parole e i fatti.
Un trend positivo per gli altri Paesi europei
Il rapporto di E3F evidenzia come altri Paesi della coalizione abbiano invece dimostrato un deciso riorientamento del supporto pubblico verso le energie rinnovabili. Nel 2023, solo il 13% delle nuove operazioni è legato ai combustibili fossili, rispetto al 69% del 2015. Questo dimostra come la maggior parte dei Paesi europei stia finalmente prendendo sul serio la sfida della transizione energetica e stia investendo in modo concreto in soluzioni sostenibili.
L’Italia come ‘campione’ di sostegno al fossile
L’Italia, al contrario, si conferma il maggiore emettitore di garanzie per i combustibili fossili di tutta la coalizione. Da sola, rappresenta il 52% delle garanzie di E3F verso progetti nel settore Oil & Gas. Questo dato è allarmante e mette in evidenza la necessità di un cambio di rotta da parte del nostro Paese, che deve finalmente allinearsi agli impegni internazionali e investire in modo concreto nella transizione energetica.
Un’opportunità mancata per l’Italia
La scelta di Sace di continuare a finanziare progetti nel settore oil & gas è un’opportunità mancata per l’Italia. Il nostro Paese ha un grande potenziale per diventare leader nella transizione energetica, ma per farlo è necessario un cambio di rotta da parte del governo e delle istituzioni. Il sostegno alle energie rinnovabili non è solo un obbligo morale, ma anche una grande opportunità economica. L’Italia può diventare un hub per la produzione di tecnologie green e un punto di riferimento per l’innovazione sostenibile. Ma per farlo, è necessario abbandonare le vecchie logiche e investire con coraggio nel futuro.