Un cambio di pelle per il turismo italiano
L’industria turistica italiana è pronta a un profondo cambiamento, passando dall’overtourism delle destinazioni classiche, come spiagge e città d’arte, a un turismo slow, incentrato sulla scoperta dei territori, dei borghi e delle mete meno conosciute. Secondo un rapporto elaborato da Teha Group su dati Istat, il 75% dei visitatori si concentra nel 4% della superficie nazionale. Venezia, ad esempio, con lo 0,1% della superficie italiana, accoglie il 12% dei turisti del Paese. Questa concentrazione di visitatori in poche aree ha portato all’overtourism, con i suoi effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita delle comunità locali. Di conseguenza, si auspica la trasformazione dell’Italia in “un ecosistema turistico smart, sostenibile e inclusivo, che valorizzi l’autenticità del territorio, le tradizioni culturali e il patrimonio naturale”.
La strada del turismo sostenibile
La strada da percorrere è quella di promuovere “l’innovazione digitale, che favorisca un turismo responsabile, rispettoso e destagionalizzato”. Di questi temi si è discusso a Cison di Valmarino (Treviso) in occasione del secondo Forum nazionale sul Turismo sostenibile e i siti patrimonio dell’Umanità, promosso da The European House Ambrosetti e ospitato dalla Regione Veneto e dall’Associazione di tutela delle Colline Unesco di Conegliano e Valdobbiadene. Il forum ha evidenziato la necessità di un turismo che tenga conto delle sfide del presente, come il cambiamento climatico, le tensioni geopolitiche, l’inflazione, l’overtourism e la ricerca di mete meno costose. Il cambiamento climatico, in particolare, sta influenzando la scelta delle destinazioni turistiche, con oltre il 51% dei turisti che ne tiene conto. I dati di Enit mostrano una riduzione del 25% del numero di turisti stranieri che hanno visitato i siti Unesco italiani nei mesi estivi del 2024, a causa del cambiamento climatico.
L’Italia: una meta turistica di successo
Nonostante le sfide, l’Italia rimane una meta turistica di successo. Con quasi 450 milioni di presenze annuali, è la terza meta più visitata nell’Ue a 27, e si colloca al quarto posto per arrivi. Dopo il calo dovuto alla pandemia nel 2020, il turismo italiano ha ripreso vigore, superando nel 2023 i livelli pre-pandemici con 447 milioni di presenze turistiche. Il rapporto Teha Group analizza il settore turistico italiano secondo 5 macrotipologie: turismo culturale e paesaggistico, enogastronomico, balneare e costiero, sportivo e outdoor, e turismo degli eventi sportivi e culturali. L’Italia si distingue come il primo Paese al mondo per numero di siti Unesco (60), tra cui 8 Paesaggi culturali e 6 siti naturali.
Il ruolo del turismo sostenibile e le iniziative del Ministero
Il turismo sostenibile è al centro delle politiche turistiche italiane. Il Ministero del Turismo ha previsto due fondi per il triennio 2023-2025, uno per i piccoli comuni a vocazione turistica (34 milioni di euro) e un altro per il turismo sostenibile (25 milioni di euro). Il piano “Digital and Sustainable Tourism Hub”, con un investimento di 144 miliardi entro il 2026, punta a creare una piattaforma web che valorizzi e integri l’offerta turistica dell’intero ecosistema. Il rapporto analizza anche il matching tra domanda e offerta turistica a livello regionale, evidenziando un buon livello di matching in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Basilicata e Sicilia. Molise e Umbria, invece, presentano un eccesso di offerta. Il Nord Italia ha un problema di eccesso di domanda per il turismo culturale, mentre il Sud Italia soffre di un eccesso di offerta per il turismo balneare.
Il futuro del turismo italiano
Il futuro del turismo italiano si prospetta in un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione del territorio. La sfida è quella di coniugare il successo turistico con il rispetto dell’ambiente e delle comunità locali. L’innovazione digitale e la promozione di un turismo responsabile sono gli strumenti chiave per raggiungere questo obiettivo. Il ruolo delle istituzioni è fondamentale per sostenere il cambiamento e per indirizzare il turismo verso un modello più sostenibile e inclusivo.