L’Unione Europea subisce una sconfitta a Baku
La prima settimana della Cop29 a Baku si è conclusa con una sonora sconfitta per l’Unione Europea. L’obiettivo era quello di legare l’obiettivo di finanza climatica, l’Ncqg (New Collective Quantified Goal), a una ripresa del negoziato sulla mitigazione, ovvero la riduzione delle emissioni. Tuttavia, i paesi in via di sviluppo del G77, con la Cina in testa, hanno respinto la proposta.
Secondo Jacopo Bencini, del think tank Italian Climate Network e osservatore alla Cop29, il G77 si è mostrato irremovibile nel richiedere 1.300 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti pubblici a fondo perduto, rifiutando qualsiasi forma di prestito o finanziamento privato.
La posizione dell’Unione Europea, in linea con quella degli Stati Uniti, prevedeva invece un mix di prestiti a tassi agevolati, finanziamenti da banche internazionali di sviluppo e investimenti privati. Questa divergenza di opinioni ha bloccato ogni possibilità di avanzamento sul fronte della finanza climatica.
Il nodo del finanziamento pubblico
Il punto di frizione principale tra le due posizioni è la richiesta di finanziamenti pubblici a fondo perduto da parte dei paesi in via di sviluppo. Questi ultimi si mostrano restii ad accettare ulteriori debiti, soprattutto con il settore privato, preferendo invece fondi pubblici certi e non vincolati da alcun obbligo di restituzione.
L’Europa e gli Stati Uniti, al contrario, si mostrano più flessibili, proponendo un mix di prestiti e finanziamenti privati, che secondo loro potrebbero contribuire a mobilitare maggiori risorse per la lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, questa proposta è stata respinta dai paesi in via di sviluppo, che temono di aumentare il loro debito pubblico e di perdere il controllo sulle risorse finanziarie.
Un’opportunità persa?
La divergenza di opinioni tra l’Unione Europea e i paesi in via di sviluppo è un ostacolo significativo per il raggiungimento di un accordo globale sul clima. La mancanza di un consenso su come finanziare la lotta ai cambiamenti climatici rischia di compromettere gli sforzi di mitigazione e adattamento.
È fondamentale trovare un punto di incontro che soddisfi le esigenze di tutti i paesi, garantendo un accesso equo e sostenibile alle risorse finanziarie necessarie per affrontare la sfida climatica. La Cop29 ha ancora tempo per trovare un compromesso, ma la mancanza di progressi in questa prima settimana è un segnale di allarme.