Un prequel che svela le origini di Mufasa
Il 19 dicembre arriva nelle sale italiane ‘Mufasa: Il Re Leone’, un prequel del classico Disney che svela le origini del re. Il film, diretto dal premio Oscar Barry Jenkins (Moonlight), racconta la storia di Mufasa, un cucciolo di leone che si ritrova esule dopo un’inondazione e deve affrontare un mondo di crudeltà e amore, di famiglia e potere.
Attraverso la voce di Rafiki, la giovane Kiara, figlia di Simba e Nala, ascolta la leggenda di Mufasa. Timon e Pumbaa, il suricato e il facocero, sono presenti con le loro follie piene di parole, mentre la storia di Mufasa si dipana in un viaggio drammatico.
Il film è girato con una combinazione di live action e capture, che permette di vedere leoni veri resi umani. La storia inizia con Mufasa, un cucciolo che si ritrova nel regno di Obasa, un leone aristocratico e cattivo che lo considera un randagio. Fortunatamente, Mufasa stringe amicizia con Taka, erede al trono di Obasa, che lo vede come il fratello che non ha mai avuto.
Le parole di Barry Jenkins
Barry Jenkins, il regista, ha raccontato di aver inizialmente rifiutato la proposta di dirigere il film. "Quando mi hanno proposto di farlo ho detto subito no – dice Jenkins – non ne volevo sapere. Poi è stata mia moglie a convincermi così ho letto la sceneggiatura e ho scoperto che era una cosa straordinaria, la scrittura mi ha davvero conquistato".
Jenkins ha anche parlato del suo rapporto con l’originale ‘Il Re Leone’: "Non so quante volte ho visto l’originale con i miei nipoti. Mi piace raccontare la storia di questo leone che sebbene adottato, è riuscito a costruirsi una nuova famiglia, un’identità, un ruolo. Questo vale anche per me. Da giovane, chi avrebbe mai immaginato che oggi sarei stato qui a presentare un film del genere?"
Il regista ha anche riflettuto sul suo passaggio da autore indie a regista di un franchise: "Negli anni ’60 e ’70 i franchise neppure esistevano. Poi sono arrivati Terminator, Die Hard, Independence Day. Io sono cresciuto con questi film prima di approdare alla scuola di cinema".
Le voci italiane del film
Luca Marinelli presta la voce a Mufasa, Elodie a Sarabi, la leonessa madre di Simba, e Alberto Boubakar Malanchino a Taka.
"Sono un fan del Re Leone, avrò visto il film cento volte – dice Luca Marinelli -. Ora i miei nipoti guarderanno per anni il film e mi toccherà fare la voce di Mufasa per mettere a letto i bimbi dei miei amici. Ci sono tante cose belle in questo film come il tema della terra promessa, ognuno deve recarsi verso il proprio ‘Milele’".
Anche Elodie è entusiasta del suo ruolo: "Chi avrebbe mai immaginato un’opportunità simile! E poi mi sono sempre sentita un cucciolo di leone, che pensava che aggredire fosse il solo modo per difendersi. La mia paura è sempre stata quella di non essere all’altezza, di non essere capita".
Un film che parla di famiglia, identità e potere
‘Mufasa: Il Re Leone’ è un film che parla di famiglia, identità e potere. La storia di Mufasa è un viaggio di scoperta e crescita, in cui il cucciolo di leone deve affrontare le sfide del mondo e trovare il suo posto in esso.
Il film esplora anche il tema della crudeltà del potere e dell’odio per il diverso. Mufasa è visto come un ‘bastardo’ da Obasa, che lo considera un randagio. Ma Taka, il suo amico, lo vede come il fratello che non ha mai avuto.
Il film è un’occasione per riflettere sulla famiglia, sull’identità e sul potere, e per scoprire la storia di un re che ha dovuto affrontare le sfide del mondo per diventare ciò che è.
Un viaggio di scoperta e crescita
‘Mufasa: Il Re Leone’ promette di essere un film che va oltre la semplice nostalgia per il classico Disney. La storia di Mufasa, raccontata attraverso un viaggio di scoperta e crescita, si pone come un’occasione per riflettere su temi universali come la famiglia, l’identità e il potere. Il film, con il suo stile visivo innovativo e la sua storia avvincente, si preannuncia come un’esperienza cinematografica coinvolgente e ricca di emozioni.