Il dovere di promulgare
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’evento romano per i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, ha rivelato di aver promulgato leggi che non condivideva, ma che erano state votate dal Parlamento. "Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune – ha detto – Ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. Un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare".
Mattarella ha ricordato che durante i suoi nove anni al Colle sono transitati sei governi, e che la Gazzetta ufficiale è piena di norme discusse. Ha citato alcuni provvedimenti recenti come l’Autonomia differenziata, la proroga delle concessioni balneari e la legge sulla Gestazione per altri, che rende la maternità surrogata un reato universale.
Il ruolo dell’arbitro
Il Presidente ha ribadito il suo ruolo come arbitro della politica, un’immagine che ha utilizzato anche in passato. "Il Presidente della Repubblica "è fuori dalla contesa politica, è imparziale, è un arbitro – ha ricordato Mattarella – E’ un’immagine che ho usato anche io. E ho aggiunto che i giocatori devono aiutarlo nell’applicazione delle regole, la pluralità nel rispetto delle regole è fondamentale".
Mattarella ha sottolineato l’importanza del rispetto dei limiti di ogni potere dello Stato, affinché nessuno abbia troppo potere e il sistema funzioni in modo equilibrato. "Per qualunque organo dello Stato è importante il potere degli altri organi, perché non vi sia nessuno, nel nostro ordinamento, che abbia troppo potere, perché il contenimento nei propri limiti è fondamentale", ha affermato.
Il ruolo del Colle
Mattarella ha ricordato il ruolo del Colle come garante della Costituzione, sottolineando la sua elasticità e la sua capacità di affrontare eventi imprevisti. "Le norme costituzionali non prevedono tutto quello che può accadere, hanno quindi un tasso di elasticità che le rende adatte ad affrontare eventi non prevedibili. Quando il sistema si blocca, il Presidente della Repubblica interviene per rimetterlo in funzione, come un meccanico, per riparare un sistema inceppato".
Il Presidente ha espresso preoccupazione per l’alta astensione tra i giovani, un segnale allarmante che indica un calo della partecipazione democratica. "L’astensione è molto alta fra i giovani, è un segnale allarmante, tutti devono interrogarsi. La democrazia vive della partecipazione, se non c’è appassisce, sfiorisce".
L’intelligenza artificiale: opportunità e rischi
Mattarella ha riconosciuto le potenzialità dell’intelligenza artificiale, ma ha anche evidenziato i rischi che essa comporta. "Alla mia età si cade nella tentazione di pensare: Come era bello ai miei tempi. Non è così, oggi è molto più entusiasmante. Sono entusiasmanti gli strumenti che la scienza ci mette a disposizione, ma le scoperte vengono usate in modo positivo o perverso in base a come vengono usate. Quindi riflettiamo sulle opportunità ma anche sui rischi".
Il Presidente ha ricordato ai giovani il diritto dovere di informare e di essere informati, garantito dalla Costituzione, e il ruolo dei media come cani da guardia della democrazia. "Il diritto dovere di informare e di essere informati è garantito dalla Costituzione. Ai media permane il compito di essere i cani da guardia della democrazia. Alla coscienza e al contributo di ciascuno compete saper discernere ed esprimere questi valori: non esiste un ministero ‘della verità’".
Il ruolo del Presidente e il futuro della democrazia
Le parole di Mattarella offrono una riflessione importante sul ruolo del Presidente della Repubblica in un contesto politico complesso e in continua evoluzione. La sua figura, come garante della Costituzione e arbitro imparziale, assume un’importanza cruciale in un momento in cui la democrazia è messa alla prova da sfide come l’astensione elettorale e l’avvento di nuove tecnologie. La sua invocazione alla partecipazione e al discernimento è un appello a tutti i cittadini affinché si impegnino a difendere e a rafforzare la democrazia, così come la sua preoccupazione per il futuro della democrazia in un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e sociali.