Un racconto tra generazioni
Daniele Morgera, giornalista del giornale radio Rai, si addentra nella storia della Democrazia Cristiana irpina con il suo libro ‘Li chiamavano i Magnifici 7’. L’autore, con un approccio narrativo originale, sceglie di raccontare questa storia politica attraverso un dialogo tra generazioni, rendendola accessibile a un pubblico più ampio.
Il libro si apre con un messaggio WhatsApp di Alfonsina, una ragazzina di 13 anni, nipote di Genesio, un uomo di 70 anni. Alfonsina confessa di non avere idea di cosa sia la politica, e Morgera coglie l’occasione per svelare i misteri di un passato politico che, a volte, sembra lontano e incomprensibile.
I Magnifici 7: un gruppo di potere
Il libro si concentra su Ciriaco De Mita, il segretario nazionale della DC, definito da Morgera come l'”architrave” del partito, e sui sette uomini che ne costituivano il nucleo di potere: Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Biagio Agnes, Salverino De Vito, Antonio Aurigemma, Aristide Savignano e Giuseppe Gargani.
Questi uomini, tra gli anni ’50 e ’80 del secolo scorso, riuscirono a portare le periferie al centro della scena pubblica italiana, contribuendo allo sviluppo di infrastrutture, opere pubbliche e ospedali. Morgera li descrive come politici con “il senso del dovere e del lavoro”, “ingegno e voglia di progresso”.
Un’eredità complessa
Il libro non si limita a celebrare i successi di questi uomini, ma affronta anche i lati più controversi della loro storia. Morgera analizza la ricostruzione post-terremoto, con i suoi eccessi e le sue contraddizioni, e lo sviluppo industriale, che ha lasciato il segno sul territorio.
Nella postfazione, Andrea Covotta, responsabile di Rai Quirinale, descrive questi personaggi come “personalità colte e raffinate”, appartenenti a un periodo “adesso alle nostre spalle”, in cui il sistema politico era diverso, dominato da una “quantità” di proposte, piuttosto che da una “qualità”.
Un’analisi equilibrata
‘Li chiamavano i Magnifici 7’ offre una prospettiva equilibrata sulla storia della Democrazia Cristiana irpina. Morgera non si limita a celebrare i successi di questi uomini, ma affronta anche i lati più controversi della loro storia, mostrando un’attenta analisi critica. Il libro si presenta come un’opera di memoria, che invita a riflettere sul passato e sul presente della politica italiana.