La critica della Civiltà Cattolica alla maternità surrogata
La rivista dei Gesuiti, La Civiltà Cattolica, ha pubblicato un saggio dedicato alle varie forme di procreazione fuori dalla coppia, con particolare attenzione alla maternità surrogata. L’articolo, firmato da padre Carlo Casalone, critica aspramente questa pratica, affermando che “non basta che il bambino trovi un ambiente che si prende cura di lui, ma è importante che le due persone di riferimento siano pure coloro tramite le quali egli è in relazione con la propria origine”.
Secondo La Civiltà Cattolica, la maternità surrogata non corrisponde al senso più profondo della generazione, che si esprime nel termine “procreazione”. Il bambino, in questo contesto, rischia di essere percepito come “risultato di un atto (ri)produttivo” e non come “frutto del patto d’amore, della comunione e della promessa di un uomo e di una donna”.
Il saggio riconosce che le condizioni ideali per la procreazione possono venire a mancare in alcuni casi, ma sottolinea che ciò non legittima la “privazione programmata” del legame tra madre e figlio, come accade nella maternità surrogata. La rivista ricorda anche la posizione di Papa Francesco, che si è espresso in più occasioni contro queste forme di genitorialità, definendole “non equiparabili” a situazioni di separazione o trauma che richiedono nuove forme di ospitalità e cura per i bambini.
La Civiltà Cattolica conclude che l’interazione della gestazione non è solo un processo biologico, ma un “primo legame di cura” che fa parte del significato umano della generazione, realizzando un'”irripetibile e dinamica unicità”.
Le implicazioni etiche della maternità surrogata
La posizione di La Civiltà Cattolica solleva importanti questioni etiche riguardanti la maternità surrogata. La rivista mette in discussione la riduzione della gestazione a un semplice processo biologico, sottolineando l’importanza del legame affettivo e psicologico tra madre e figlio. La critica si concentra sul rischio che il bambino venga percepito come un prodotto e non come un individuo con una propria storia e identità.
La questione della maternità surrogata è complessa e suscita dibattiti etici e giuridici in tutto il mondo. Alcuni sostengono che essa sia una forma di sfruttamento delle donne, mentre altri la considerano una soluzione per coppie che non possono avere figli in modo naturale. La Civiltà Cattolica, con la sua posizione critica, si inserisce in questo dibattito, offrendo una prospettiva che mette in primo piano la dignità del bambino e il valore del legame familiare.
Considerazioni personali
La posizione di La Civiltà Cattolica sulla maternità surrogata è comprensibile, ma non priva di sfumature. È indubbio che il legame tra madre e figlio sia fondamentale per lo sviluppo del bambino, ma è anche vero che in molti casi le situazioni di vita sono complesse e non sempre corrispondono a un modello ideale. La maternità surrogata può essere una soluzione per coppie che non possono avere figli in altro modo, e in questi casi è importante garantire che il bambino cresca in un ambiente amorevole e stabile, indipendentemente da come è nato. La questione è delicata e richiede un’analisi attenta e sensibile, che tenga conto di tutte le sfaccettature del problema.