Tagli alla memoria della dittatura in Cile: l’accusa dell’ONG
La Rete Nazionale dei Luoghi della Memoria (Rnsm), un’ONG cilena impegnata nella preservazione dei luoghi che ricordano le violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura di Augusto Pinochet, ha lanciato un’accesa critica contro il governo progressista di Gabriel Boric per la decisione di ridurre i finanziamenti dedicati a questi spazi. L’organizzazione ha definito la mossa un “ricatto antidemocratico e negazionista”, esprimendo “profonda preoccupazione” per i tagli decisi dal ministero della Cultura, delle Arti e del Patrimonio nel quadro della Legge di Bilancio 2025.
L’impatto dei tagli sui luoghi della memoria
La Rnsm avverte che i tagli avranno “un impatto diretto” sui programmi che preservano e promuovono la memoria storica e la difesa dei diritti umani in Cile. L’organizzazione teme che la decisione rappresenti “l’espressione di una politica negazionista che cerca di cancellare la memoria e giustificare la ripetizione delle violazioni dei diritti umani”. Tra i luoghi della memoria gestiti dalla rete figurano lo Stadio Víctor Jara, a Santiago, uno dei principali centri di detenzione e tortura della dittatura, il parco della Pace di Villa Grimaldi, London 38, Hornos de Lonquén e i centri di detenzione 3 e 4 di Alamos.
Il rischio di un’amnesia collettiva
La decisione del governo cileno di ridurre i finanziamenti per la preservazione della memoria della dittatura di Pinochet è un segnale preoccupante. La memoria storica è fondamentale per evitare che gli errori del passato si ripetano. La cancellazione o la distorsione della memoria può portare a un’amnesia collettiva, che a sua volta può aprire la strada a nuovi abusi e violazioni dei diritti umani. È importante che il governo cileno riconsideri la sua decisione e si impegni a preservare la memoria del passato, non solo per onorare le vittime, ma anche per garantire un futuro più giusto e democratico per il Cile.