Un ‘laboratorio trasparente’ per la cura del patrimonio artistico
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli si appresta a un’importante opera di restauro che coinvolgerà venti grandi tavole della Collezione Borbonica e una della Collezione Farnese. L’iniziativa, annunciata dal direttore del museo Eike Schmidt, trasformerà due sale del museo in un ‘laboratorio trasparente’, offrendo ai visitatori l’opportunità di assistere in diretta ai delicati interventi di restauro.
I lavori, che si concluderanno in circa due anni, saranno supervisionati dall’Ufficio del restauro e manutenzione del patrimonio storico artistico e riguarderanno opere trecentesche di Giovanni da Taranto e Niccolò di Tommaso, oltre a quelle del XV secolo di Cristoforo Scacco e Matteo di Giovanni. Tra le opere del Cinquecento, si annoverano dipinti di Andrea da Salerno, Pedro Machuca, Marco Cardisco, Paolo degli Agostini, Stefano Giordano, Leonardo da Pistoia, Giovanni Antonio Bazzi il Sodoma, Aert Mijetens, Giovanni Balducci e un dipinto del Pordenone proveniente dalla Collezione Farnese.
Il direttore Schmidt ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, affermando che la cura del patrimonio di Capodimonte e di Napoli è una priorità assoluta.
Le tavole da restaurare saranno spostate nelle sale 102 e 104 del secondo piano in gruppi di cinque per volta, per poi tornare in esposizione al termine degli interventi. L’attività nelle sale ‘laboratorio’ sarà illustrata da pannelli esplicativi, rendendo visibile il lavoro ai visitatori dall’esterno.
Il restauro di un’opera di Lorenzo Lotto, la ‘Madonna con Bambino e San Pietro Martire’ del 1503, è stato già completato grazie al sostegno della Staatsgalerie di Stoccarda. Il direttore Schmidt ha definito il restauro come ‘uno splendido lavoro eseguito con grande competenza a Capodimonte nei laboratori del Palazzotto Borbonico’, evidenziando la riemersione di una ricchezza di toni cromatici che rimanda alla grande stagione rinascimentale della pittura veneta.
Il dipinto, realizzato quando Lotto aveva appena ventitré anni, ritrae la Madonna con il Bambino in braccio, con un panno verde dal risvolto rosso che svela un paesaggio montano con rocche e viandanti. L’opera della Collezione Farnese sarà esposta nella mostra ‘Carpaccio, Bellini e il primo Rinascimento a Venezia’ (15 novembre/2 marzo) alla Staatsgalerie di Stoccarda.
Un viaggio nella storia di Napoli attraverso l’arte
Le opere che saranno restaurate a Capodimonte raccontano oltre due secoli della storia di Napoli, delle sue dinastie e delle sue Chiese, attraverso i più celebri maestri del tempo. I visitatori possono già riconoscere i dipinti da ‘curare’ grazie alle velinature apposte dai restauratori, che hanno finora assicurato gli strati pittorici sollevati.
Il restauro di queste opere rappresenta un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza della storia dell’arte napoletana e per ammirare la maestria dei grandi maestri che hanno contribuito a plasmare il patrimonio artistico della città.
Il ‘laboratorio trasparente’ di Capodimonte si presenta come un’iniziativa innovativa che avvicina il pubblico al processo di restauro, permettendo di assistere in prima persona alla cura e alla valorizzazione del patrimonio artistico.
L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente attenzione per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, e rappresenta un esempio di come la tecnologia e l’innovazione possano essere utilizzate per rendere l’arte accessibile a un pubblico sempre più ampio.
Il valore della conservazione e della trasparenza
L’iniziativa di Capodimonte di realizzare un ‘laboratorio trasparente’ per il restauro delle opere d’arte rappresenta un’eccellente opportunità per avvicinare il pubblico al processo di conservazione del patrimonio culturale. La trasparenza e la condivisione del lavoro dei restauratori contribuiscono a creare una maggiore consapevolezza e apprezzamento per l’arte e per il suo valore storico.
Inoltre, la possibilità di assistere in diretta al lavoro dei restauratori permette di comprendere meglio la complessità e la delicatezza di questo processo, e di apprezzare l’impegno e la professionalità di chi si dedica alla cura del patrimonio artistico.
Questa iniziativa potrebbe essere un esempio da seguire per altri musei e istituzioni culturali, contribuendo a rendere la conservazione del patrimonio artistico un’esperienza più coinvolgente e accessibile a tutti.