Il minuto di rumore negato
Il liceo ‘Tito Livio’ di Padova è stato teatro di una polemica in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Giulia Cecchettin, ex studentessa della scuola. Gli studenti avevano chiesto di fare “un minuto di rumore” nelle classi, slogan lanciato dalla sorella Elena, in memoria della ragazza. La proposta, però, è stata accolta con freddezza dal preside Luca Piccolo, che ha risposto con una circolare che esortava gli studenti “ad interiorizzare questo evento” e a seguire “la strada del silenzio. Un silenzio rispettoso di Giulia, della sua famiglia, di quanti hanno sofferto la tragedia”.
La divisione tra gli studenti
La circolare del preside ha suscitato reazioni contrastanti tra gli studenti. Alcuni hanno accolto con favore l’invito al silenzio, considerandolo un modo più rispettoso di commemorare Giulia. Altri, invece, hanno ritenuto che il “minuto di rumore” fosse un modo più incisivo per esprimere il loro dolore e la loro rabbia per la tragedia. In alcune classi, alle ore 12, è stato comunque dato vita al minuto di rumore, nonostante la circolare del preside.
Un anniversario delicato
L’anniversario della morte di Giulia Cecchettin è un evento delicato per la comunità scolastica del liceo ‘Tito Livio’. Giulia, che aveva frequentato gli anni delle superiori in questo istituto, è stata uccisa nel 2023. Il suo omicidio ha suscitato grande commozione e dolore, e ha riacceso il dibattito sulla violenza di genere e sulla sicurezza delle donne.
La memoria di Giulia
Il modo migliore per commemorare Giulia Cecchettin è un tema complesso e delicato. La scuola ha il dovere di creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i suoi studenti, e di promuovere la memoria di Giulia in modo che sia significativo e utile per la comunità scolastica. Il dibattito che si è aperto in occasione dell’anniversario della sua morte è un’occasione per riflettere su come la scuola può affrontare temi delicati come la violenza di genere e la sicurezza delle donne.
Riflessioni sulla memoria
La scelta del preside di promuovere il silenzio come forma di commemorazione è comprensibile, ma non è l’unica possibile. La memoria di Giulia Cecchettin può essere onorata in molti modi, e il “minuto di rumore” proposto dagli studenti non è necessariamente un atto irrispettoso. È importante che la scuola si impegni a creare un ambiente inclusivo in cui tutti gli studenti si sentano liberi di esprimere il loro dolore e la loro memoria in modo autentico e rispettoso.