L’appello di Daniela Di Maggio
Domenica mattina, a Qualiano (Napoli), si è tenuta una commovente sfilata dell’orchestra intitolata al giovane musicista Giovanbattista Cutolo, ucciso a 24 anni ad agosto del 2023. L’orchestra è composta da bambini dell’Ic Pinetamare di Castelvolturno, un simbolo dell’impegno che la mamma di Giogiò, Daniela Di Maggio, non ha mai interrotto in sua memoria, girando l’Italia per ricordare il figlio.
L’ultimo episodio che ha riportato la foto di Giogiò sulle prime pagine dei giornali è stato l’omicidio di Arcangelo Correra, 18 anni, ucciso dal cugino di 19 anni durante un gioco con la pistola. Un evento che ha spinto Daniela Di Maggio a ribadire la sua critica al sistema carcerario italiano, chiedendo una riflessione sulla differenza tra “carcere riabilitativo” e “carcere ricreativo”.
“Se faccio uscire un ragazzo che ha già commesso reati importanti dopo aver sostenuto un corso per pizzaiolo o dopo essersi rifatto gli occhi passeggiando sulla spiaggia di Nisida, non ho costruito una coscienza e non devo poi meravigliarmi se ucciderà di nuovo”, ha dichiarato la mamma di Giogiò all’ANSA. “E’ sul sistema carcerario e sulle leggi che va fatta una riflessione”.
Daniela Di Maggio ha ricordato il caso del killer diciassettenne di Santo Romano, uscito di prigione a maggio e coinvolto in un altro omicidio nei giorni scorsi, e ha sottolineato come la galera non sia riuscita a riabilitare il giovane, restituendolo alla società come un criminale.
“Un anno fa ho profetizzato che moriremo tutti per mano di bambini armati”, ha affermato Daniela Di Maggio. “Ecco perché ho chiesto e sono riuscita a far introdurre il reato di stesa, proprio perché questi ragazzi escono continuamente dalle prigioni e continuano a uccidere e a spargere sangue. Ecco perché va capito bene il confine tra carcere riabilitativo e carcere ricreativo. Il killer del mio Giogiò era stato messo alla prova. Una volta terminata ha ucciso. Ecco perchè ho proposto di togliere la messa alla prova”.
L’età punibile e la proposta di Daniela Di Maggio
La discussione sull’età punibile per i minori ha fatto passi avanti e oggi si parla di abbassarla. Daniela Di Maggio, che da un anno grida la necessità di un cambiamento, ha portato all’attenzione del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, due report di neuropsichiatria che dimostrano come i ragazzi di oggi abbiano un’età cognitiva molto più avanzata rispetto ai tempi in cui è stata emanata la legge Mattarella sui minori.
“Oggi a 12 anni guidano le auto, non possiamo più applicare quelle leggi”, ha affermato Daniela Di Maggio. “A 14 anni si devono aprire le porte del carcere, basta con le comunità di prova. Bisogna far pagare un prezzo ai genitori e togliere la patria potestà quando è il caso. Se vedo ragazzi andare in giro con le scarpe di Gucci da 1000 euro una domanda come genitore me la devo fare e invece danno biberon di veleno a ragazzi che finiscono con l’uccidere i figli dell’Italia perbene. Non è più accettabile”, ha concluso la mamma di Giogiò.
La necessità di un cambio di rotta
Le parole di Daniela Di Maggio sono un grido d’allarme che invita a riflettere sulla necessità di un cambio di rotta nel sistema carcerario italiano e sull’età punibile per i minori. La mamma di Giogiò Cutolo chiede un carcere punitivo che sia in grado di rieducare i giovani delinquenti e di restituirli alla società come cittadini responsabili.
L’abbassamento dell’età punibile, l’eliminazione delle comunità di prova e la responsabilizzazione dei genitori sono misure che Daniela Di Maggio ritiene essenziali per contrastare la violenza giovanile e per tutelare la sicurezza dei cittadini.
Il suo appello è un invito a tutti a riflettere sulla gravità del problema e a impegnarsi per trovare soluzioni efficaci per contrastare la criminalità giovanile e per costruire una società più sicura per tutti.
Una voce forte per il cambiamento
Le parole di Daniela Di Maggio sono un potente grido di dolore e di speranza. Il suo dolore per la perdita del figlio si trasforma in una voce forte che chiede giustizia e un cambio di rotta nel sistema carcerario italiano. La sua proposta di abbassare l’età punibile e di rendere più severi i controlli sui minori è un’idea controversa, ma che merita di essere discussa con attenzione. Il problema della criminalità giovanile è complesso e non esiste una soluzione facile, ma è necessario trovare un modo per riabilitare i giovani delinquenti e per proteggere la società dai pericoli della violenza. La voce di Daniela Di Maggio, che non si arrende e continua a lottare per la memoria del figlio, è un esempio di coraggio e di impegno civile che dovrebbe ispirare tutti noi a riflettere sul problema e a cercare soluzioni concrete.