Un killer della ‘ndrangheta si pente
Francesco Fortuna, 44 anni, accusato di essere un killer della cosca Bonavota della ‘ndrangheta, ha deciso di collaborare con la giustizia. La notizia è stata resa nota oggi a Catanzaro durante l’udienza in Corte d’assise d’appello del processo per l’omicidio di Domenico Belsito, avvenuto a Pizzo il 18 marzo 2004. Fortuna è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per questo omicidio nel 2022, nel processo con rito abbreviato svoltosi davanti al Gup distrettuale di Catanzaro.
La decisione di Fortuna di collaborare con la giustizia è stata presa la scorsa estate e ha portato alla revoca dell’incarico ai suoi difensori di fiducia, Salvatore Staiano e Sergio Rotundo. Fortuna ha nominato un nuovo legale, Antonia Nicolini, specializzata nell’assistenza ai collaboratori di giustizia.
Condannato per due omicidi
Oltre all’omicidio di Belsito, Fortuna è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione anche per l’omicidio di Domenico Di Leo, avvenuto a Sant’Onofrio nella notte tra l’11 e il 12 luglio 2004. Di Leo è deceduto lo stesso giorno nell’ospedale di Vibo Valentia, dove era stato ricoverato.
La cosca Bonavota, di cui Fortuna era un membro, ha la sua area d’influenza a Sant’Onofrio e in una vasta area del vibonese.
L’impatto della collaborazione di Fortuna
La decisione di Fortuna di collaborare con la giustizia potrebbe avere un impatto significativo sulla lotta contro la ‘ndrangheta. Le sue informazioni potrebbero aiutare le autorità a smantellare la cosca Bonavota e a far luce su altri crimini. La sua collaborazione potrebbe anche portare all’arresto di altri membri della cosca, fornendo prove cruciali per i processi in corso.