Priorità all’Irpef, ma la flat tax resta in bilico
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che le risorse del concordato per le partite IVA saranno destinate in via prioritaria alla riduzione dell’Irpef, come previsto dalla delega fiscale. Le decisioni definitive saranno prese solo dopo l’analisi dei dati, ma il governo ha già chiarito che le risorse saranno utilizzate per misure a sostegno delle famiglie e dei redditi più bassi. L’apertura alla flat tax, espressa da Giorgetti in precedenza, sembra quindi essere svanita, almeno per il momento. La Lega, che spingeva per un’espansione della flat tax, ha espresso delusione per questa decisione. Il Pd, invece, ha definito il concordato un ‘flop’, criticando l’efficacia della misura.
Canone Rai: il Parlamento decide
Un altro punto di frizione nella maggioranza riguarda il canone Rai. La Lega ha presentato un emendamento al decreto Fisco per confermare anche nel 2025 il taglio da 90 a 70 euro, ma Forza Italia ha già annunciato che non lo voterà. Il ministro Giorgetti ha preferito non schierarsi, dichiarando che la decisione spetterà al Parlamento. Questa posizione ha alimentato le tensioni tra i due partiti, con Forza Italia che ha espresso preoccupazione per la tenuta della Rai e per la possibile riduzione del servizio pubblico.
La manovra sotto attacco: opposizioni critiche e proposte alternative
Le opposizioni hanno criticato duramente la manovra, definendola ‘recessiva’ e priva di investimenti. Elly Schlein (Pd) ha parlato di una manovra fatta di tagli e senza prospettive, indicando le 5 priorità del suo partito: sanità, diritti, lavoro, ambiente e giustizia sociale. Giuseppe Conte (M5s) ha accusato il governo di fare ‘giochi di prestigio’ e di tagliare le risorse, proponendo misure per la sanità e per la lotta al caro vita. Avs ha organizzato un flash mob davanti a Montecitorio, presentando la propria manovra verde e solidale. Carlo Calenda ha invece lanciato un appello alla premier Meloni per occuparsi di politiche industriali.
Il percorso parlamentare: l’obiettivo è la chiusura entro Natale
La manovra è ora in fase di esame parlamentare. L’obiettivo del governo è arrivare in Aula alla Camera tra il 15 e il 16 dicembre e chiudere l’iter in Senato prima di Natale. La prima sfida è quella di ridurre gli oltre 4.500 emendamenti presentati a 600, di cui 250 della maggioranza, 320 delle opposizioni e 30 del gruppo Misto. Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha ammesso che gli incastri di calendario sono complessi, ma ha espresso la speranza di poter chiudere l’iter entro Natale.
La sfida della coesione di governo
La manovra, pur essendo stata approvata dal Consiglio dei Ministri, è stata caratterizzata da tensioni interne alla maggioranza, in particolare tra Lega e Forza Italia. Il ministro Giorgetti ha cercato di mantenere un profilo neutrale, lasciando la decisione su temi delicati come il canone Rai al Parlamento. Tuttavia, è probabile che le divergenze interne alla maggioranza si ripresenteranno durante l’iter parlamentare, mettendo a rischio la tenuta della coalizione.