Un tuffo nell’infanzia di un grande scrittore
“Alla corte di mio padre”, opera di Isaac Bashevis Singer, ci accompagna in un viaggio intimo e profondo nell’infanzia dell’autore, svelando le origini del suo talento narrativo e il mondo in cui è cresciuto. Questo libro, una sorta di autobiografia parziale, ci introduce alla vita di una famiglia ebrea ortodossa nella Polonia di inizio Novecento, un periodo storico denso di sfide e di cambiamenti.
Singer, nato in una famiglia di rabbini, ci racconta di un’infanzia trascorsa tra le mura della casa del padre, un rabbino cassidico in un povero quartiere di Varsavia. La casa era anche la sede del Bet Din, un luogo che fungeva da tribunale, sinagoga, casa di studio e luogo di confidenza per gli abitanti del quartiere.
La vita quotidiana nella corte rabbinica
Le pagine del libro ci offrono uno spaccato vivido della vita quotidiana nella corte rabbinica. Il padre di Singer, un uomo di grande saggezza e carisma, riceveva i fedeli, ascoltava le loro confessioni, offriva consigli e arbitrava sulle controversie. La madre, una figura forte e possessiva, si occupava della casa e della famiglia, cercando di far quadrare il magrissimo bilancio familiare.
Singer ci descrive la vita quotidiana in tutti i suoi dettagli, dalle visite dei fedeli alle storie di matrimoni, tradimenti e divorzi, dalle sfide della vita quotidiana alle riflessioni sul senso della vita e sulla fede. Il giovane Singer, in piedi accanto alla sedia del padre o spiando da dietro una porta, assorbe tutto, come una spugna, trasformando le storie che ascolta in un materiale narrativo ricco e profondo.
Un mondo in continua evoluzione
Il mondo di Singer è un mondo in continua evoluzione, un microcosmo che si confronta con le sfide del mondo esterno. La tragedia dei pogrom nella Russia zarista, la guerra, la fame e il freddo dopo l’occupazione tedesca di Varsavia, sono solo alcuni degli eventi che segnano la vita della famiglia Singer. Il giovane Singer, con la sua sensibilità e la sua curiosità, osserva tutto con attenzione, assorbendo le emozioni e le sfide di un mondo in continua trasformazione.
In questo mondo di fede e di tradizione, Singer scopre anche la bellezza della letteratura, la curiosità per il mondo esterno, il gusto per l’eresia. Inizia a leggere romanzi proibiti, a conoscere il mondo al di fuori della sua comunità ebraica, aprendo la sua mente a nuove prospettive e a nuove visioni del mondo.
La forza della narrazione
“Alla corte di mio padre” è un libro che ci rivela le origini della straordinaria capacità narrativa di Isaac Bashevis Singer. Il suo stile, ricco di dettagli e di emozioni, ci trasporta in un mondo lontano, ma allo stesso tempo universale, un mondo di fede, di tradizione, di sfide e di speranza.
Singer ci racconta di un’infanzia segnata dalla fede e dalla tradizione, ma anche dalla curiosità e dalla voglia di scoprire il mondo. È un’infanzia che lo ha forgiato come scrittore, dandogli la sensibilità e la capacità di raccontare storie che toccano il cuore e la mente dei lettori.
Un viaggio introspettivo e universale
“Alla corte di mio padre” non è solo un racconto dell’infanzia di Singer, ma anche un viaggio introspettivo che ci accompagna alla scoperta delle origini del suo talento narrativo e del mondo in cui è cresciuto. La storia di una famiglia ebrea ortodossa nella Polonia di inizio Novecento diventa un racconto universale di fede, di tradizione, di sfide e di speranza, che risuona con le esperienze di tante persone in tutto il mondo.