Il logo della discordia
Un’ondata di polemiche ha investito la nuova campagna di promozione turistica della Costa teramana, ‘Riviera del Gigante’. Il logo, che dovrebbe rappresentare la costa abruzzese situata ai piedi del Gran Sasso, è stato accusato di evocare il profilo di Benito Mussolini. A sollevare il caso sono stati Matteo Settepanella, presidente dell’Osservatorio Antifascista 25 settembre 1943, e Luciano D’Amico, consigliere di opposizione nel Consiglio regionale d’Abruzzo. In una nota inviata alla stampa, i due esponenti hanno evidenziato come, ruotando l’immagine del logo di 90 gradi, il profilo del Gran Sasso sembri assumere la forma del volto del dittatore italiano. “Il Gigante è proprio lui, il Gran Sasso, ma il logo non lo mostra, o meglio, se ruotiamo l’immagine di 90 gradi, ci si accorge che il profilo del Gran Sasso sembra evocare la rappresentazione di un dittatore italiano”, scrivono nella nota.
La richiesta di modifica
Settepanella e D’Amico hanno chiesto ai sindaci della Costa teramana di modificare il logo, ritenendolo inaccettabile. “Sarebbe opportuno, e pertanto lo chiediamo ai sindaci della Costa teramana – concludono – modificare il logo che non rappresenta in alcun modo il profilo del Gran Sasso o una sua evocazione, ma richiama uno dei periodi più bui del Paese”. Alla nota è allegato un file con l’immagine in questione accanto a quella di un profilo di Benito Mussolini, a sostegno della loro tesi.
Un’iniziativa controversa
La richiesta di modifica del logo ha suscitato diverse reazioni. Alcuni hanno espresso solidarietà ai promotori della critica, sostenendo che l’evocazione fascista è innegabile e che il logo è offensivo per la memoria di un periodo storico doloroso. Altri, invece, hanno espresso perplessità, ritenendo l’accusa infondata e frutto di una forzata interpretazione. La questione è stata anche oggetto di dibattito sui social media, con opinioni contrastanti.
Un’occasione persa?
La polemica sul logo della ‘Riviera del Gigante’ evidenzia la complessità di creare una campagna di promozione turistica efficace e inclusiva. L’obiettivo è quello di attrarre visitatori, ma è fondamentale farlo in modo rispettoso della storia e della sensibilità del territorio. La scelta del logo, in questo caso, ha finito per oscurare il messaggio principale della campagna, generando un dibattito che ha diviso l’opinione pubblica. Sarebbe stato opportuno, prima di lanciare la campagna, coinvolgere un gruppo più ampio di stakeholder, tra cui storici e rappresentanti della società civile, per evitare possibili controversie e garantire che la promozione fosse in linea con i valori e la sensibilità del territorio.