Un funerale commosso per Massimiliano Galletti
La cattedrale Madonna della Marina di San Benedetto del Tronto era gremita per l’ultimo saluto a Massimiliano Galletti, il soccorritore marchigiano morto a Kiev dopo un mese di agonia per le ferite riportate dallo scoppio di una granata. In prima fila, col volto rigato dalle lacrime e segnato da dolore, la moglie Donatella Scarponi, la figlia Aurora e l’anziana mamma, oltre che tanti altri parenti. Nelle file dietro gli amici di sempre e semplici conoscenti di Massimiliano.
Fuori dalla chiesa anche una piccola comunità ucraina presente per salutare Galletti e dirgli grazie per il suo impegno in Ucraina.
Un uomo buono e un padre amorevole
A un’amica di famiglia il compito, invece, di ricordare dal pulpito della cattedrale, l’uomo, il padre, l’amico di sempre. Tratteggiando il profilo di un “uomo buono e un padre amorevole, sempre pronto ad aiutare gli altri”.
Presenze istituzionali e un saluto commosso
Alla cerimonia funebre ha partecipato anche il vicesindaco del Comune di San Benedetto, Antonio Capriotti, portando il suo saluto privato alla moglie e alla figlia di Galletti, che nella vita di tutti i giorni era un dipendente del municipio.
L’omelia di don Scarponi
Don Romualdo Scarponi, il parroco che ha celebrato i funerali, ha pronunciato un’omelia in cui ha definito Galletti un uomo che ha “incontrato Gesù in Ucraina, donando il suo cuore a un popolo oppresso dalla guerra”.
La memoria di un eroe
La scomparsa di Massimiliano Galletti ci ricorda il sacrificio di tanti uomini e donne che si sono dedicati all’aiuto del popolo ucraino in un momento di grande difficoltà. Il suo gesto di altruismo e di coraggio, che lo ha portato a perdere la vita in un contesto di guerra, merita di essere ricordato e onorato. La sua memoria rappresenta un esempio di solidarietà e di sacrificio per il bene comune, valori che dovrebbero ispirare tutti noi.