Un’audizione senza “retropensieri”
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha inaugurato la sua audizione davanti alle Commissioni Cultura di Camera e Senato riunite con un approccio diretto e pragmatico, abbandonando la cripticità che aveva caratterizzato il suo primo incontro con i parlamentari. Ha invitato a “sgombrare il campo dalle discussioni da retropensieri” e ha assicurato la sua intenzione di rispondere a tutte le domande.
Giuli ha ribadito che la sua missione è quella di dare linee programmatiche e di indirizzo, ereditando un buon lavoro da parte dello staff precedente. Ha poi affrontato le diverse questioni sollevate dai parlamentari, tra cui il precariato dei lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo, la legge di bilancio, il tax credit, la crisi del mondo del cinema, la legge per il libro e la lettura, le fondazioni liriche e gli spettacoli dal vivo, la diplomazia culturale e gli Istituti Italiani di Cultura.
Risorse e interventi per il settore culturale
Il ministro ha illustrato alcuni interventi specifici per il settore culturale, tra cui l’assegnazione di 10,5 milioni di euro per il sostegno alle attività di spettacolo dal vivo, con particolare attenzione alle aree periferiche delle città metropolitane. Ha annunciato inoltre un decreto legge sulla cultura che prevede un contributo di 30 milioni di euro per l’acquisto di libri da parte delle biblioteche pubbliche dello Stato.
Giuli ha poi evidenziato l’istituzione di un fondo di 4 milioni di euro per l’apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a 35 anni e ha annunciato lo sblocco dei fondi della Carta Cultura per l’acquisto di libri. In merito alla legge di bilancio, ha sottolineato che il ministero della Cultura ha subito un taglio di 147,6 milioni di euro, un risultato che definisce “un massimo sforzo nelle condizioni date” e una “resistenza strenua” rispetto ai tagli subiti dagli altri ministeri.
La questione del precariato e il mondo del cinema
Il ministro ha affrontato anche la questione del precariato, assicurando che il governo ha già intervenuto per migliorare l’indennità di discontinuità. Ha riconosciuto la necessità di fare di più, ma ha sottolineato che “non è finita così”.
In merito al mondo del cinema, Giuli ha smentito l’idea di un “soviet supremo” che stia per espropriarlo, sottolineando l’importanza della “perequazione e redistribuzione” e l’apertura di un dialogo per migliorare la legge vigente.
Ha poi ribadito l’impegno per il 2 per mille per il terzo settore e ha annunciato l’esistenza di una direzione generale per la digitalizzazione e la comunicazione all’interno del ministero.
Diplomazia culturale e spettacolo dal vivo
Giuli ha sottolineato l’importanza del dialogo con il mondo americano, in particolare con coloro che hanno votato Trump, evidenziando il ruolo dell’Italia come “terra di mediazione”.
Infine, ha affrontato la questione dello spettacolo dal vivo, smentendo l’idea di una volontà di comprimere il raggio d’azione dei direttori artistici. Ha definito le nuove misure come “un esperimento regolativo”.
Un’audizione che fa luce su un ministero in trasformazione
L’audizione del ministro Giuli ha offerto un’immagine di un ministero in trasformazione, che si confronta con le sfide del presente e del futuro. Il ministro ha dimostrato di voler affrontare le questioni con un approccio pragmatico e di voler dialogare con i parlamentari, anche di opposizione.
L’attenzione per il precariato, per la legge di bilancio e per il mondo del cinema, dimostra la consapevolezza del ministro di dover affrontare le criticità del settore. La sua insistenza sulla “perequazione e redistribuzione” suggerisce un’intenzione di riequilibrare le risorse e le opportunità nel mondo della cultura.
Sarà interessante osservare come il ministro Giuli riuscirà a tradurre in azioni concrete le sue intenzioni e a rispondere alle aspettative di un settore che si confronta con sfide sempre più complesse.