Condanna all’ergastolo per gli assassini di Mahmoud Abdallah
La Corte d’Assise di Genova ha condannato all’ergastolo Kamel Abdelwahab, detto Tito, e Abdelwahab Ahmed Gamal Kame, detto Bob, per l’omicidio di Mahmoud Abdallah, il giovane egiziano di 19 anni trovato senza testa e senza mani al largo di Santa Margherita Ligure la scorsa estate. La sentenza, emessa il [inserire data], ha accolto le richieste del pubblico ministero.
Durante le indagini, Tito aveva inizialmente accusato Bob dell’omicidio, ma aveva poi ammesso che entrambi avevano agito per paura di essere denunciati dal giovane per sfruttamento lavorativo e mancati pagamenti. Abdallah lavorava nella loro barberia a Sestri Ponente.
Il delitto e le indagini
Il corpo di Mahmoud Abdallah fu ritrovato il [inserire data] al largo di Santa Margherita Ligure. La scoperta macabra suscitò un’ondata di sconcerto e indignazione nella comunità locale e nazionale. Le indagini, condotte dai Carabinieri di Genova, si concentrarono subito sulla barberia di Sestri Ponente, dove Abdallah lavorava.
Grazie a testimonianze e analisi di filmati di videosorveglianza, gli investigatori riuscirono a identificare i due sospettati: Kamel Abdelwahab e Abdelwahab Ahmed Gamal Kame. Le loro confessioni, seppur parziali, confermarono il loro coinvolgimento nel delitto.
Il movente: sfruttamento lavorativo e paura della denuncia
Il movente dell’omicidio, come emerso dalle indagini, fu la paura di essere denunciati da Abdallah per sfruttamento lavorativo. Il giovane egiziano, secondo le sue testimonianze, era vittima di condizioni di lavoro disumane e di mancati pagamenti.
La condanna all’ergastolo per i due assassini rappresenta un monito contro lo sfruttamento lavorativo e un segnale di giustizia per la vittima e la sua famiglia.
Un delitto che scuote la coscienza
La vicenda di Mahmoud Abdallah è un caso che ci ricorda la fragilità della vita e l’importanza di combattere ogni forma di sfruttamento e di violenza. La condanna all’ergastolo per i suoi assassini è un atto di giustizia, ma non cancella il dolore e il vuoto che il suo assassinio ha lasciato. È necessario che la società si impegni a contrastare ogni forma di discriminazione e di abuso, garantendo a tutti il diritto alla dignità e alla sicurezza.