Un costo irrisorio per un bene prezioso
La presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, ha lanciato un allarme durante un’audizione in Commissioni Bilancio. Secondo i dati forniti, il costo medio sostenuto da un cittadino italiano per il sistema universitario si aggira intorno a due caffè a settimana. Un dato che, a detta della Iannantuoni, si commenta da solo.
“Io penso che le ricercatrici e i ricercatori che ogni giorno fanno ricerca con passione e fanno formazione di eccellenza, si pensi alla ricerca biomedica, sanitaria, a tutto quello che è stato fatto anche durante il periodo della pandemia, meritino attenzione”, ha affermato la presidente della Crui.
Tagli al bilancio e futuro incerto
L’allarme lanciato dalla Iannantuoni si riferisce in particolare ai tagli previsti per il bilancio universitario, che si sommano ad altri già attuati negli anni precedenti. “Un ulteriore taglio quest’anno verso l’università, e penso in particolare ai 65 atenei pubblici, vuol dire che voi avete deciso che il nostro Paese non ha bisogno dell’università e questo, da economista, mi sconvolge”, ha dichiarato la presidente della Crui.
Le parole della Iannantuoni evidenziano la preoccupazione per il futuro del sistema universitario italiano, minacciato da una serie di tagli che rischiano di compromettere la qualità della ricerca e della formazione.
L’importanza di investire nell’università
L’università rappresenta un pilastro fondamentale per lo sviluppo di un Paese. Investire in ricerca e formazione significa investire nel futuro, in un capitale umano qualificato e competitivo. I tagli al bilancio universitario rischiano di avere conseguenze negative a lungo termine, non solo per il sistema educativo, ma anche per l’economia e la società nel suo complesso. È necessario un cambio di rotta, con un maggiore investimento nell’università e un riconoscimento del suo ruolo strategico per il progresso del Paese.