La rabbia dei familiari
“Sono passati quasi nove mesi e ancora non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati. E’ il momento di scriverli quei nomi, che le perizie vengano consegnate se non è ancora stato fatto. Direi basta ora, direi che ci dovrebbero fare un regalo di Natale con quei nomi”. Così Simona Mattolini, vedova di Luigi Coclite, una delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti, ha espresso la sua rabbia e frustrazione durante la consegna di fondi promossa da Comune di Firenze e Misericordia.
Anche Rym Toukabri, figlia di Mohamed Toukabri, tunisino 54enne tra le vittime del cantiere ha detto la stessa cosa: “Ad oggi ancora stiamo aspettando, abbiamo preso gli avvocati ma stiamo aspettando di capire cosa è successo perché non abbiamo ancora risposte, non sappiamo chi è il colpevole, ma siamo ancora al punto di partenza”.
“Non abbiamo avuto nessuna informazione neanche di iscrizione di un nome nel registro degli indagati”, ha confermato Paola Santantonio, legale della famiglia di Luigi Coclite. “Ho chiesto sul deposito di una consulenza perché è stata nominata un equipe di esperti, presuppongo sia stata depositata perché i termini sono scaduti ed è stata chiesta anche una proroga degli esperti”, ha aggiunto l’avvocato. “Il fascicolo è coperto dal segreto istruttorio e non possiamo avere informazioni”, ha precisato, aggiungendo che “lo stato del procedimento è a ‘modello 44′ ovvero è ancora a carico di ignoti. E’ un po’ sconfortante”.
Raccolta fondi per i familiari
Oggi è stato consegnato, nella sede della Misericordia di Firenze, il ricavato di una raccolta fondi avviata su iniziativa del Comune di Firenze e della stessa Misericordia per i familiari delle vittime del crollo del cantiere di via Mariti: la cifra raccolta è stata di 36mila euro. Presenti alla cerimonia la sindaca Sara Funaro, il Provveditore della Misericordia di Firenze Bernardo Basetti Sani Vettori, l’arcivescovo Gherardo Gambelli e anche l’imam Izzedin Elzir oltre a alcuni familiari delle cinque vittime e gli avvocati difensori.
La ricerca della verità
La mancanza di risposte e la mancata identificazione dei responsabili del crollo del cantiere di via Mariti rappresentano un’ulteriore ferita per i familiari delle vittime. La loro richiesta di giustizia è comprensibile e legittima. È fondamentale che la procura si adoperi con la massima celerità e diligenza per far luce sulla tragedia e assicurare che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni. La ricerca della verità è un diritto fondamentale e un dovere morale.