Britti: “Mi hanno anche pedinato”
Il cantante Alex Britti ha depositato, attraverso un suo legale, una nomina come “persona offesa” nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali. “La cosa più grave è che mi hanno anche pedinato”, è quanto ha fatto sapere l’artista nella nomina del suo difensore.
Dalle migliaia di pagine degli atti dell’inchiesta era emerso, infatti, anche il nome di Fulvio Pravadelli, indagato, ex di Publitalia e direttore della Veneranda Fabbrica del Duomo, il quale avrebbe cercato, secondo l’accusa, di raccogliere notizie compromettenti sul cantautore, che si stava separando da sua figlia, mentre era in corso una causa civile difficile.
La ‘trappola’ a Britti
Per questo, raccontano le carte, sarebbe stata tesa una ‘trappola’ a Britti e un amico. “Noi li abbiamo fatti anche fermare quando sono arrivati qua in stazione Centrale” con un controllo di polizia, dice Gallo nelle intercettazioni, “perché ci siamo inventati che potevano avere, non lui eh, quell’altro qualcosa!”
Altre nomine e memorie difensive
Una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi anche da Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo Maria (indagato). Mentre Arpe, uno degli oltre 60 indagati nell’inchiesta, ha depositato una memoria difensiva con il legale Davide Steccanella.
Un’ombra sulla privacy
La vicenda di Alex Britti solleva un’importante questione sulla privacy e l’utilizzo di metodi illeciti per ottenere informazioni su un individuo. L’accusa di pedinamento e la presunta ‘trappola’ tesa al cantante durante un momento delicato della sua vita privata rappresentano una grave violazione della sua sfera personale e mettono in luce la necessità di una maggiore tutela della privacy in un’epoca in cui la diffusione di informazioni è sempre più rapida e pervasiva.