Il modello Caivano come esempio di intervento nelle periferie
Il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, ha espresso la convinzione che il modello di intervento adottato a Caivano possa essere replicato in altre realtà periferiche del Paese. Durante l’evento “Prima le idee, ritorno al futuro” promosso dal gruppo alla Camera dei deputati di Fratelli d’Italia ad Andria, Abodi ha sottolineato la necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni per riportare la presenza dello Stato in contesti sociali che si sono arresi alla criminalità e all’indifferenza.
“Il modello Caivano si può riprodurre nello spirito della risposta, nell’approccio metodologico; era un cumulo di macerie e siamo riusciti, in otto mesi, a fare tutto quello che abbiamo fatto”, ha affermato Abodi, evidenziando la rapidità e l’efficacia dell’azione del Governo.
Il ministro ha attribuito il merito di questo cambio di passo alla premier Giorgia Meloni: “E’ stata Meloni a fare un cambio di passo, a passare dallo sdegno all’impegno coinvolgendo tutti noi. E’ una fabbrica che non chiude mai. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione affinché il tricolore riprenda il suo spazio in un luogo abbandonato, dove la gente ricominci a pensare che non c’è l’antistato ma che esiste lo Stato”.
Abodi ha sottolineato come a Caivano “abbiamo avvertito un contesto sociale che si era arreso, che stava vivendo una normalizzazione che normale non è. Noi, con le azioni di Governo concrete, cerchiamo di mettere risorse e di sensibilizzare con bandi. I cento milioni a disposizione degli oratori vanno in quella direzione così come tanti altri progetti. Abbiamo cercato di ripristinare le condizioni minime e se oggi 1.200 bambini e adolescenti animano quel luogo vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta”.
La necessità di un intervento deciso contro la criminalità
Il ministro Abodi ha anche sottolineato la necessità di un intervento deciso contro la criminalità, richiamando la storia di Graziella Mansi, la bambina di 8 anni uccisa nel 2000. “Dobbiamo fare in modo che anche le norme dello Stato facciano in modo di far scontare la pena, anche per rispetto alle vittime. Non si può fare uno sconto a chi ha ucciso, bruciandola, una bambina di otto anni. Non bisogna voltarsi dall’altra parte e limitarsi a parole di circostanza”, ha concluso Abodi.
L’impegno del Governo per la legalità e la speranza nelle periferie
Le parole del ministro Abodi evidenziano l’impegno del Governo per riportare la legalità e la speranza nelle periferie, attraverso un intervento concreto e capillare. Il modello di Caivano rappresenta un esempio di come lo Stato possa essere presente e attivo nei territori, ripristinando la fiducia e offrendo opportunità ai giovani.
L’obiettivo è quello di creare un contesto sociale più sicuro e inclusivo, dove i giovani possano crescere in un ambiente sano e positivo, lontano dalla violenza e dalla criminalità.
La sfida è quella di replicare questo modello in altre realtà periferiche del Paese, garantendo la presenza dello Stato e la sua azione costante per la sicurezza e il benessere dei cittadini.
Considerazioni personali
Le parole di Abodi sono un segnale importante di un cambio di passo da parte del Governo, che si impegna a portare la sua presenza nelle periferie, luoghi spesso dimenticati e abbandonati.
L’impegno per la legalità e la speranza è encomiabile, ma è fondamentale che l’azione del Governo sia costante e non si limiti a interventi spot.
La sfida è quella di creare un cambiamento strutturale che garantisca la presenza dello Stato in modo duraturo e significativo, offrendo opportunità concrete ai giovani e alle comunità locali.
E’ importante che il Governo si impegni anche a contrastare le cause profonde della criminalità e della marginalità, investendo in politiche sociali che promuovano l’inclusione e la coesione sociale.
Solo con un impegno costante e un approccio sistemico si può davvero cambiare il destino delle periferie e costruire un futuro migliore per i giovani che vi vivono.