Un futuro incerto per i giovani lavoratori italiani
La ricerca condotta da Elle active! e Crilda, presentata alla nona edizione di Elle active! all’Università Cattolica di Milano, offre uno sguardo preoccupante sul futuro dei giovani nel mercato del lavoro italiano. Il Rapporto evidenzia come il percorso verso un’occupazione stabile e gratificante sia ancora in salita, con un divario di genere e territoriale che si traduce in una crescente tendenza all’emigrazione o al rischio di diventare Neet.
La precarietà, la bassa retribuzione e la scarsa gratificazione professionale sono fattori che scoraggiano i giovani italiani, spingendoli a cercare opportunità all’estero. Il tasso di emigrazione dei neolaureati è più che raddoppiato nell’ultimo decennio, a testimonianza di un’insoddisfazione diffusa.
Per coloro che rimangono in Italia, il rischio di rimanere inattivi è elevato. L’Italia si posiziona penultima in Europa per il numero di Neet (Not in Education, Employment or Training), con il 18% delle ragazze e il 14% dei ragazzi che vivono a casa con i genitori senza studiare né cercare lavoro.
Il divario di genere nel mercato del lavoro
Le donne si confrontano con ulteriori ostacoli nel mercato del lavoro, con un accesso più difficoltoso e incerto rispetto ai loro coetanei maschi. Nonostante i livelli di istruzione più elevati (le laureate sono il 10% in più dei laureati), le donne sono meno occupate (solo il 45% rispetto al 58% degli uomini).
Questo divario si riflette anche nella retribuzione, con una differenza significativa tra uomini e donne. Sebbene all’inizio della carriera la differenza salariale sia contenuta, la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia (una donna su due lavora, a differenza di due donne su tre negli altri Paesi europei) distorce il dato.
La disparità si accentua con la maternità: a quindici anni dalla nascita del primo figlio, la retribuzione delle madri è circa la metà delle donne senza figli, a causa del minor numero di ore lavorate.
Il divario territoriale: Nord vs Sud
Anche il territorio gioca un ruolo importante nel determinare le opportunità lavorative per i giovani. A un anno dalla laurea, il 60% dei ragazzi al Nord risulta occupato, senza differenze di genere, mentre al Sud i tassi di occupazione dei neolaureati si dimezzano (34% gli uomini, 27% le donne).
Anche le lauree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) non garantiscono una transizione scuola-lavoro altrettanto veloce al Sud, soprattutto per le donne. Questo evidenzia un divario significativo tra le regioni italiane in termini di opportunità lavorative.
Un futuro che richiede un cambiamento
Il futuro del mercato del lavoro italiano per i giovani è incerto. La precarietà, la bassa retribuzione, il divario di genere e territoriale richiedono un’azione urgente per garantire un futuro più luminoso per le nuove generazioni.
È necessario investire in formazione e istruzione, promuovere l’uguaglianza di genere e la parità di opportunità, e creare un mercato del lavoro più equo e inclusivo. Solo così si potrà garantire un futuro migliore per i giovani italiani, permettendo loro di realizzare le proprie ambizioni e di contribuire allo sviluppo del Paese.
Un futuro che richiede un cambiamento
La ricerca di Elle active! e Crilda ci presenta un quadro preoccupante del mercato del lavoro per i giovani italiani. Il divario di genere e territoriale, la precarietà e la bassa retribuzione creano un futuro incerto per le nuove generazioni. È fondamentale che le istituzioni e le aziende si impegnino per creare un mercato del lavoro più equo e inclusivo, che valorizzi le competenze e le capacità di tutti i giovani, indipendentemente dal genere o dalla provenienza geografica. Solo così si potrà garantire un futuro più luminoso per le nuove generazioni e per l’Italia.