Ludovico il Moro: un duca tra storia e arte
La figura di Ludovico il Moro, settimo duca di Milano, è indissolubilmente legata alla storia e alla cultura rinascimentale lombarda. Il suo regno fu un periodo di grande splendore e fermento artistico, che vide la corte milanese diventare un polo di attrazione per intellettuali e artisti di fama internazionale come Leonardo da Vinci e Donato Bramante.
Maria Nadia Covini, docente di Storia medievale all’Università degli Studi di Milano, ha dedicato un saggio, Ludovico Maria Sforza, pubblicato da Salerno Editrice, a questo importante uomo politico. Il volume, che riempie un vuoto nella storiografia, offre una biografia inedita e approfondita di Ludovico, svelando la sua vita, la sua corte e il suo impatto sulla cultura rinascimentale.
L’autrice sottolinea come la figura di Ludovico sia stata spesso trascurata dalla storiografia, soprattutto rispetto ad altri personaggi del Rinascimento italiano, come i signori di Venezia e Firenze. Questo, secondo Covini, è dovuto al fatto che la Lombardia ducale non ha avuto la stessa fascinazione delle repubbliche italiane, almeno agli occhi degli storici.
Un duca ambizioso e controverso
Ludovico il Moro, nato nel 1452 e morto nel 1508, fu un uomo politico ambizioso e controverso. Nonostante fosse un cadetto destinato a un ruolo politico minore, riuscì a salire al potere, superando insidie e ostacoli provenienti da molti avversari e nemici. Si sospetta che abbia fatto uccidere il giovane nipote duca per prendere il suo posto.
La sua ascesa al potere fu segnata da intrighi e conflitti. La sua politica espansionistica lo portò in conflitto con il re di Francia Luigi XII, che lo sconfisse nel 1500 e lo relegò in una prigione presso Tours, dove restò rinchiuso fino alla fine dei suoi giorni.
La Milano di Ludovico: un centro di cultura e arte
La Milano di Ludovico il Moro fu una città brillante, un centro di cultura e arte. La sua corte attirò artisti e intellettuali di fama internazionale, tra cui Leonardo da Vinci e Donato Bramante. Leonardo, che si presentò al duca con un curriculum che evidenziava le sue abilità in diversi campi, come il disegno, la scultura, la costruzione di macchine belliche e la musica, ricevette da Ludovico la commissione per il Cenacolo, uno dei capolavori del Rinascimento italiano.
Il saggio di Covini racconta aneddoti curiosi sulla figura di Leonardo e sui suoi ritardi nell’esecuzione del Cenacolo. L’autrice cita un brano di una novella di Matteo Bandello, che descrive Leonardo come un sognatore che si lasciava distrarre da qualsiasi cosa, dalla bellezza delle nuvole al volo degli uccelli.
Bramante, altro grande artista della corte di Ludovico, realizzò importanti opere a Milano, tra cui la ricostruzione della chiesa di San Satiro e la tribuna absidata di Santa Maria delle Grazie.
Un’analisi approfondita della figura di Ludovico il Moro
Il saggio di Maria Nadia Covini offre un’analisi approfondita e documentata della figura di Ludovico il Moro, svelando la sua complessa personalità e il suo ruolo nella storia e nell’arte del Rinascimento italiano. L’autrice non si limita a descrivere gli eventi principali della sua vita, ma si addentra nelle sue motivazioni, nelle sue strategie politiche e nel suo rapporto con la cultura e l’arte del suo tempo. Questo approccio rende il volume un contributo prezioso alla conoscenza di un personaggio storico affascinante e controverso.