Lo spazio, la terza dimensione del potere
Il saggio “Geopolitica dello Spazio” di Emilio Cozzi, pubblicato da Il Saggiatore, ci introduce in un mondo dove lo spazio non è più solo un territorio di esplorazione scientifica, ma un nuovo campo di battaglia per il potere. Cozzi dimostra come le infrastrutture e le attività spaziali siano ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, influenzando il monitoraggio del clima, la sicurezza nazionale e persino il corso delle guerre. L’esempio lampante è l’utilizzo di Starlink, la costellazione di satelliti di Elon Musk, da parte dell’esercito ucraino: senza Starlink, l’esercito ucraino sarebbe “cieco”, come afferma Cozzi. Il controllo dello spazio, quindi, assume un’importanza strategica sempre più marcata, con il rischio che chi lo controlla possa avere un peso sproporzionato anche in contesti bellici. “Chi controlla lo spazio può avere un peso anche in un contesto bellico”, avverte Cozzi, sottolineando la fragilità del nostro sistema di dipendenza dalle infrastrutture spaziali. Immaginiamo cosa succederebbe se il GPS venisse disattivato: non solo il nostro sistema di navigazione personale ne risentirebbe, ma anche il traffico aereo e marittimo verrebbe paralizzato. Lo spazio, dunque, diventa la “terza dimensione delle mappe”, una dimensione che definisce il potere e influenza il corso della storia.
Un trattato obsoleto e la necessità di una nuova regolamentazione
Il trattato sullo spazio del 1967, la “Magna Charta” che regola le relazioni spaziali, è ormai obsoleto. All’epoca, erano solo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica a contendersi lo spazio, mentre oggi sono oltre 80 i paesi con programmi spaziali. La presenza di attori privati come Elon Musk e la sua SpaceX ha ulteriormente complicato il quadro, rendendo il trattato del 1967 inadeguato a gestire le nuove sfide. “Il trattato va rifatto perché è cambiato scenario”, afferma Cozzi. “Oggi i privati hanno forte voce in capitolo sull’agenda spaziale, la stessa Nasa ha una forte dipendenza da SpaceX per i lanci.” La necessità di una nuova regolamentazione è urgente, soprattutto per prevenire azioni irresponsabili da parte di singoli attori. Cozzi sottolinea la necessità di un ente globale sovranazionale che controlli che nessuno “faccia il pazzo”, colmando le lacune del trattato attuale.
L’Italia nello spazio: un ruolo da protagonista
L’Italia non è da meno nella corsa allo spazio. Cozzi sottolinea come il nostro paese sia “all’avanguardia”, tra i primi al mondo a dotarsi di una legge spaziale e a vantare una filiera spaziale completa, dai sistemi di lancio alla costruzione di basi spaziali orbitanti. L’Italia ha contribuito in modo significativo alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), con oltre la metà del volume della stazione costruito in Italia, inclusa la cupola da cui gli astronauti si affacciano. L’Italia non si limita a partecipare alle missioni spaziali, ma investe in modo significativo nel futuro: sono previsti 7,2 milioni di euro di investimento entro il 2026 e si sta inaugurando, con i fondi del PNRR, una costellazione per l’osservazione della Terra chiamata Iride. L’Italia è anche partner di missioni come Ramses, dedicata alla difesa planetaria dalla minaccia degli asteroidi, e parte di Artemis, la missione che segnerà il ritorno sulla Luna. L’attenzione istituzionale verso lo spazio è in crescita, grazie all’Agenzia Spaziale Italiana, ma rimane da vedere se l’Italia riuscirà a ottenere il giusto peso politico a livello internazionale. “Chi vince lo spazio vince il futuro”, conclude Cozzi, sottolineando la sfida che l’Italia deve affrontare per affermare il suo ruolo di protagonista nella nuova era spaziale.
Un futuro incerto
Il saggio di Cozzi ci apre gli occhi su un futuro in cui il controllo dello spazio avrà un impatto decisivo sulla geopolitica terrestre. La necessità di una nuova regolamentazione internazionale è evidente, ma la strada verso un accordo globale è ancora lunga e tortuosa. L’Italia, con la sua esperienza e le sue ambizioni, ha un ruolo importante da giocare in questa nuova era spaziale. La sfida è quella di affermare la propria leadership e di contribuire alla creazione di un futuro spaziale che sia sostenibile e pacifico.