Un omaggio a un’icona della moda e del design
La Triennale di Milano si prepara ad ospitare la più grande mostra monografica mai dedicata a Elio Fiorucci, stilista, imprenditore e ‘cool hunter’ di fama internazionale. L’esposizione, intitolata “Elio Fiorucci. Il giro del mondo”, celebra la vita e l’opera di questo creativo che ha lasciato un segno indelebile nel panorama della moda e del design degli anni ’70.
“Abbiamo voluto riempire, proprio qui, dove il fenomeno Fiorucci è nato ed esploso, il vuoto di una formidabile amnesia”, ha spiegato il presidente di Triennale Stefano Boeri. “Milano, grazie a Fiorucci, è stata infatti per almeno due decenni uno dei magneti delle idee più avanzate della cultura giovanile internazionale e la culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio”.
“Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo”, ha aggiunto Boeri, “Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale”.
Una mostra multimediale che racconta la storia di un visionario
Curata da Judith Clark, con un allestimento ‘teatrale’ di Fabio Cherstich, la mostra multimediale si sviluppa cronologicamente come una retrospettiva biografica. L’esposizione presenta materiale dell’archivio personale di Fiorucci e della produzione industriale, ma anche la sua voce, in registrazioni inedite che raccontano la sua vita e il suo marchio, alternate con quelle dei suoi collaboratori.
La mostra ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Fiorucci: la creazione del suo primo negozio milanese nel 1967, l’apertura del negozio di New York nel 1976, realizzato da Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Franco Marabelli, l’amicizia con Madonna e Andy Warhol (che nel negozio di Manhattan presenta la sua rivista Interview), le sue linee di oggetti e abbigliamento inconfondibili.
Nello spazio Cuore della Triennale (il centro studi, archivi e ricerca) è esposta una selezione di volumi e riviste provenienti dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano che hanno come focus la moda.
Un catalogo e un album per approfondire l’universo di Fiorucci
La mostra è accompagnata da un catalogo (in italiano e in inglese), edito da Electa, che comprende testi di studiosi e personalità del mondo della creatività e della cultura. Il catalogo è concepito come un compendio di opere di natura eterogenea selezionate per mettere in evidenza temi e linguaggi esplorati da Elio Fiorucci lungo tutto l’arco della sua articolata carriera.
È disponibile anche l’album, “Il giro del mondo per Elio Fiorucci. Gli album di Mirella Clemencigh”, a cura di Judith Clark con Adelita Husni-Bey. L’album include un’introduzione all’immaginario di Fiorucci e una conversazione inedita tra la curatrice della mostra e Adelita Husni-Bey, artista e figlia dell’autrice delle opere protagoniste dell’Album, Mirella Clemencigh, buyer e stilista, collaboratrice di Elio Fiorucci negli anni Sessanta e Settanta.
Un’eredità di creatività e innovazione
La mostra “Elio Fiorucci. Il giro del mondo” è un’occasione unica per ripercorrere la carriera di un’icona della moda e del design che ha saputo interpretare e anticipare le tendenze del suo tempo. L’esposizione è un omaggio alla sua creatività, alla sua capacità di innovare e alla sua visione del mondo.
La mostra è in programma fino al 16 marzo 2024 alla Triennale di Milano.
Un’eredità di creatività e innovazione
La mostra “Elio Fiorucci. Il giro del mondo” è un’occasione unica per ripercorrere la carriera di un’icona della moda e del design che ha saputo interpretare e anticipare le tendenze del suo tempo. L’esposizione è un omaggio alla sua creatività, alla sua capacità di innovare e alla sua visione del mondo.
La mostra è in programma fino al 16 marzo 2024 alla Triennale di Milano.
Il lascito di Fiorucci: un’ispirazione per il futuro
La mostra “Elio Fiorucci. Il giro del mondo” è un’occasione per riflettere sul lascito di un uomo che ha saputo trasformare la moda in un linguaggio universale, capace di comunicare con diverse culture e generazioni. La sua capacità di unire il mondo della moda con l’arte, il design e la cultura popolare è un esempio di come la creatività possa essere un potente strumento di cambiamento sociale. L’eredità di Fiorucci ci ricorda che la moda può essere un mezzo per esprimere la propria identità, per creare connessioni e per dare voce a nuove idee.