La protesta di Confindustria FVG
Confindustria Friuli Venezia Giulia ha espresso un netto dissenso nei confronti delle nuove disposizioni contenute nel Ddl Bilancio 2025. In particolare, l’associazione imprenditoriale contesta la previsione che prevede la presenza di rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) negli organismi societari dei soggetti che ricevono contributi pubblici, anche indiretti, superiori a 100mila euro. In una nota diffusa, il presidente di Confindustria FVG, Pierluigi Zamò, ha definito questa misura come “eccessivamente restrittiva” e “intrusiva”.
La critica di Zamò
Secondo Zamò, la norma parte dal presupposto che le aziende utilizzino in modo improprio i fondi pubblici e che necessitino, pertanto, di un controllo da parte di un soggetto esterno. “Questa misura – spiega Zamò – ha il non invidiabile primato di delegittimare in primis il ruolo degli imprenditori e, implicitamente, anche quello dei dottori commercialisti e dei revisori contabili già inseriti nei collegi sindacali”.
La ratio del Ddl Bilancio 2025
Il Ddl Bilancio 2025, invece, sostiene che la ratio di tali disposizioni sarebbe quella di garantire una maggiore efficienza e un migliore impiego della spesa pubblica, favorendone così un’allocazione più efficace. Tuttavia, Zamò ribadisce che l’imposizione di un sindaco o revisore di nomina ministeriale è una misura che non solo appare eccessivamente restrittiva, ma denota un atteggiamento di chiara sfiducia verso le imprese.
L’obiezione sul monitoraggio
Inoltre, il presidente di Confindustria FVG sottolinea che le principali norme di incentivazione sono già soggette a forme di monitoraggio che spesso comportano oneri significativi a carico degli stessi imprenditori. “L’obiettivo dichiarato dal Governo di migliorare l’efficienza della spesa pubblica non giustifica, in alcun modo, l’introduzione di quest’ulteriore e sproporzionata forma di controllo sulle imprese”, conclude Zamò, che ritiene che la misura vada assolutamente eliminata.
Un’analisi critica
La posizione di Confindustria FVG solleva un punto importante: la fiducia tra le istituzioni e le imprese. La misura contenuta nel Ddl Bilancio 2025, seppur con l’obiettivo di garantire una migliore gestione della spesa pubblica, potrebbe essere percepita dalle imprese come un’intrusione eccessiva e una mancanza di fiducia da parte del Governo. È importante trovare un equilibrio tra il controllo della spesa pubblica e la libertà di azione delle imprese, evitando di creare un clima di diffidenza e di ostacolare l’innovazione e la crescita economica.