Incontro tra Meloni e il Csm
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli. La visita, secondo una nota di Palazzo Chigi, si inserisce in una “proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti Istituzioni.”
Lo scontro sui giudici bolognesi
Lo scontro tra magistratura e governo torna al punto di partenza, ma stavolta la corrente di destra del Csm è spaccata. I componenti togati del Consiglio, esclusi tre membri, hanno depositato la richiesta di apertura di una pratica urgente a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia del collegio giudicante del tribunale di Bologna. Il collegio, alcuni giorni fa, aveva rinviato alla Corte di giustizia europea il recente decreto del governo sui Paesi sicuri. La richiesta del Csm sottolinea come il provvedimento sia stato “oggetto di dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali” e che la “situazione determina una inaccettabile pressione sui giudici” e “un obiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni”. Le parole del Csm arrivano a meno di una settimana dalle dichiarazioni della premier Meloni, la quale aveva definito le argomentazioni dei giudici bolognesi più vicine a “un volantino propagandistico che a un atto da tribunale.”
La spaccatura all’interno del Csm
Su sette togati di Magistratura Indipendente, in tre non hanno aderito alla richiesta dei togati del Csm, formulandone un’altra in cui chiedono “garantire una tutela piena dell’indipendenza della giurisdizione e della intangibilità della vita privata di ciascun magistrato, al di là di qualsiasi strumentalizzazione e contrapposizione di tipo politico”. Il riferimento in questo caso è esclusivamente nei confronti del solo Marco Gattuso, presidente della sezione immigrazione del tribunale di Bologna, finito nella bufera mediatica. Lo stesso Gattuso, in una missiva all’Anm, ha parlato del “tentativo di trasferire l’attenzione per un provvedimento giurisdizionale, che può essere sempre oggetto di critica, ai giudici che l’hanno firmato, con un oggettivo effetto intimidatorio di condizionamento nei confronti della magistratura”. La lettera di Gattuso ha ricevuto il tributo dell’assemblea del sindacato delle toghe con un lungo applauso e una standing ovation. Resta però un caso la spaccatura all’interno di Magistratura Indipendente, che solo qualche giorno fa, riguardo alla richiesta di tutela dei giudici di Roma che non avevano convalidato il trattenimento dei migranti in Albania, era stata compatta nel rifiutarsi di sottoscrivere il documento firmato da tutti gli altri togati.
Le parole di Zaccaro
“È il momento dell’unità di chi esercita la giurisdizione, dei magistrati, degli avvocati, degli operatori del diritto, per testimoniare che nessuna maggioranza politica, nessun interesse nazionale può sacrificare i diritti e le garanzie fondamentali delle persone, che spetta a magistrati ed avvocati difendere, al di là di ogni consenso o mandato popolare”, commenta il segretario di AreaDg Giovanni Zaccaro. “Mi spiace che alcuni colleghi, seppure investiti dell’onore di presidiare l’autonomia e la indipendenza della magistratura, non abbiano aderito a quella proposta quasi unitaria”.
Considerazioni personali
La tensione tra governo e magistratura è un problema serio che rischia di minare la fiducia nelle istituzioni. È importante che il governo e la magistratura lavorino insieme per garantire la giustizia e la sicurezza del paese, rispettando l’autonomia di entrambe le istituzioni. Il rispetto della legge e dell’indipendenza della magistratura sono fondamentali per il corretto funzionamento della democrazia. È necessario un dialogo costruttivo tra le parti per trovare soluzioni condivise e garantire la tutela dei diritti di tutti i cittadini.