Una celebrazione di vita e morte
La parata del Giorno dei Morti a Città del Messico ha attirato un pubblico immenso, con un milione e 300mila persone che hanno affollato le strade della capitale per assistere allo spettacolo. La manifestazione ha visto sfilare 70 contingenti con decine di carri allegorici e più di seimila partecipanti in costume, che hanno sfilato lungo il Paseo de la Reforma, l’Avenida Juárez e le vie del centro storico fino allo Zócalo, la piazza principale della metropoli.
Un viaggio nel mondo dei defunti
La sindaca Clara Brugada ha accolto il pubblico, proveniente da diversi Paesi del mondo, con un messaggio di benvenuto che ha sottolineato il significato profondo della festa per la cultura messicana. “Per i messicani – ha spiegato Brugada – la morte non è la fine, è parte del viaggio, e ogni anno i defunti ritornano dal Mictlán (il livello inferiore del mondo sotterraneo, secondo la mitologia azteca, ndr). Tutte le città si illuminano e le piazze diventano offerte, piene di fiori e decorazioni.”
Un caleidoscopio di colori e costumi
I partecipanti alla parata hanno sfoggiato costumi di ‘catrinas’, salamandre, diavoli, mariachi e divinità preispaniche, creando un caleidoscopio di colori e suggestioni che ha trasportato il pubblico in un mondo fantastico e ricco di simbolismi. La parata è stata un’occasione per celebrare la vita e la morte in un’atmosfera gioiosa e colorata, in cui la memoria dei defunti si intreccia con la tradizione e la cultura messicana.
Un’occasione per riflettere sulla vita e la morte
La parata del Giorno dei Morti a Città del Messico è un’occasione per riflettere sulla vita e la morte, due facce della stessa medaglia. La cultura messicana celebra la morte come parte del ciclo naturale della vita, e non come una fine, ma come un passaggio ad un altro stato di esistenza. La parata è un modo per onorare i defunti e per ricordare che la vita è un dono prezioso da celebrare in ogni sua fase.