La Siae non è contraria all’Intelligenza Artificiale, ma tutela la proprietà intellettuale
Il Presidente della Siae, Salvatore Nastasi, ha dichiarato che la Società Autori e Editori non si oppone all’Intelligenza Artificiale (IA), ma ritiene fondamentale tutelare al massimo la proprietà intellettuale degli autori che rappresenta. In un intervento agli Stati generali della cultura del Sole 24 Ore, Nastasi ha affermato che l’IA “certo migliorerà la qualità della vita”, ma “dobbiamo tutelare al massimo la proprietà intellettuale”.
Nastasi ha espresso soddisfazione per il recente approvazione del regolamento europeo sull’IA, che prevede una norma specifica per il riconoscimento della proprietà intellettuale in questo ambito. La Siae si impegna a vigilare e sostenere questo regolamento, ribadendo che “non possiamo perdere questa battaglia e non possiamo arretrare neanche di un millimetro”.
Il Presidente ha ricordato la battaglia contro Meta, un colosso del web, per dimostrare che anche la piccola Siae in Italia non può abbassare la testa di fronte a giganti digitali. La stessa determinazione sarà applicata anche di fronte all’IA.
L’impatto dell’IA su diversi settori
Il Direttore generale della Siae, Matteo Fedeli, ha evidenziato le numerose implicazioni dell’IA su una “pluralità di soggetti”. Fedeli ha citato l’esempio dei doppiatori, che potrebbero essere sostituiti da sistemi di intelligenza artificiale in grado di far parlare un attore in 140 lingue.
Fedeli ha sottolineato che “mettere paletti non è facile e forse neanche produttivo”. Ha criticato il neo-luddismo, definendolo “difficile da applicare”, come dimostrato dall’avvento di internet. La chiave è “comprendere i fenomeni e cercare di trovare anche un modello di business che possa funzionare”.
Nonostante le sfide, Fedeli ha espresso apprezzamento per l’IA act, definendolo “un ottimo punto di partenza” perché dimostra “l’attenzione del legislatore europeo a questi temi”.
L’equilibrio tra innovazione e tutela
La posizione della Siae evidenzia un tema cruciale: la necessità di trovare un equilibrio tra l’innovazione portata dall’Intelligenza Artificiale e la tutela della proprietà intellettuale. L’IA offre un potenziale enorme per migliorare la vita e creare nuovi modelli di business, ma è fondamentale garantire che i creatori di contenuti non vengano penalizzati da questa evoluzione. Il regolamento europeo sull’IA rappresenta un passo importante in questa direzione, ma è necessario un continuo monitoraggio e adattamento per garantire che la tutela della proprietà intellettuale sia effettivamente garantita in un contesto in continua evoluzione.