Un accesso “senza controllo” ai database delle Procure
L’opposizione ha lanciato l’allarme riguardo a un “grave vulnus” per la sicurezza delle indagini, in seguito all’approvazione della legge sulla cybersicurezza e al ddl Sicurezza. Secondo l’opposizione, le nuove norme permetterebbero l’accesso ai database delle Procure da parte di apparati governativi senza alcun controllo, creando un rischio per l’indipendenza della magistratura e la sicurezza delle indagini.
Il capogruppo di IV al Senato, Enrico Borghi, ha chiesto con forza lo stralcio dell’articolo 31 del ddl Sicurezza, che estenderebbe la possibilità di accedere a banche dati di “ogni livello” in “nome della sicurezza”, senza “neanche prevedere un ruolo di controllo del Copasir”.
L’allarme arriva in un momento di forte tensione tra magistrati e centrodestra, con il governo che accusa i magistrati di “dossieraggio” a danno di “vertici dell’Esecutivo e di politici”. La vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato, Ilaria Cucchi, ha definito l’accaduto come “l’ennesimo attacco” alle toghe da parte del “Governo Meloni”.
Il capogruppo Pd in Antimafia, Walter Verini, ha definito l’accesso “senza controllo” alle banche dati “un capitolo inquietante”, un “nuovo attacco all’indipendenza della magistratura”. Verini ha contestato la possibilità che “apparati che rispondono ai governi in carica protempore, possano accedere così, per non meglio precisate ragioni di sicurezza”, anche ai database delle Procure.
L’opposizione ha sottolineato l’importanza di concordare le ragioni di sicurezza con le Procure e gli uffici giudiziari, garantendo la sicurezza del Paese e tutelando la sicurezza e l’inviolabilità delle indagini.
Anche il senatore M5S, Roberto Scarpinato, aveva tentato di rimediare alla “falla normativa” con un emendamento al decreto cyber-sicurezza, ma il suo emendamento fu bocciato. Anche alla Camera, le Commissioni competenti si posero il problema di prevedere “delle credenziali di accesso” alle banche dati, ma inutilmente per “mancanza di fondi”.
La replica della maggioranza
La maggioranza, con il capogruppo FI al Senato Maurizio Gasparri e con il deputato forzista Enrico Costa, ha respinto al mittente ogni critica. Gasparri ha sostenuto che chi parla di “Procure spiate” “disturba chi pensa e chi ha a cuore la sicurezza del Paese”. Costa ha ricordato che “gli esponenti di Pd e Avs che oggi si preoccupano dell’integrità dei dati detenuti dalle Procure” sono quelli che hanno “tuonato” contro il suo emendamento che era “finalizzato ad estendere le ispezioni ministeriali per evitare abusi di consultazione”.
Anche la capogruppo M5S in Commissione Giustizia del Senato, Ada Lopreiato, ha denunciato “la pericolosità” delle norme contenute nel ddl Sicurezza, soprattutto l’articolo 31, che vede, tra l’altro, “un’assenza di controllo da parte del Copasir”. Lopreiato è certa che la maggioranza resterà “sorda e cieca” alle “istanze di toghe e opposizione” visto che “per partito preso vota contro ogni emendamento”.
Borghi ha insistito chiedendo lo “stralcio dell’articolo 31 perché l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di trasformare i Servizi in un campo di battaglia politica”.
In questo quadro di contrapposizione totale, un altro esponente M5S Alfonso Colucci ha attaccato la Lega per il ‘blitz’ di qualche giorno fa al ddl per la ‘Separazione delle carriere’ dei magistrati. Il blitz torna d’attualità visto lo scontro in atto tra centrodestra e toghe sul caso dei migranti in Albania. Con le 2 proposte di modifica si punta infatti a “cambiare la Costituzione” sostenendo che non debba mai considerarsi “subordinata” ai “Trattati e agli altri atti dell’Unione europea”.
L’importanza della trasparenza e del controllo
La questione dell’accesso ai database delle Procure solleva un’importante questione di principio: la necessità di un equilibrio tra sicurezza nazionale e tutela dell’indipendenza della magistratura e della sicurezza delle indagini. È fondamentale che l’accesso a informazioni sensibili sia regolato da procedure chiare e trasparenti, con un adeguato sistema di controllo e responsabilità. La mancanza di controlli potrebbe mettere a rischio l’integrità delle indagini e la fiducia nella giustizia. L’opposizione ha ragione a richiedere un approfondimento del dibattito e un’analisi attenta delle implicazioni di queste nuove norme.