World Boxing: un nuovo corso per il pugilato
Mentre in Colorado si svolgono i primi Mondiali under 19 organizzati da World Boxing, un’altra importante svolta si registra nel panorama pugilistico mondiale. Sette nuove federazioni nazionali hanno infatti deciso di abbandonare l’Iba (International Boxing Association) per unirsi a World Boxing, l’ente che si propone di riportare la “nobile arte” ai fasti di un tempo e di garantirle un posto sicuro nel programma olimpico.
Le federazioni che hanno aderito a World Boxing in questi giorni sono quelle di Andorra, Belgio, Iraq, Lituania, Madagascar, Kyrgyzstan e Thailandia. Si aggiunge così alla lista la Federazione Pugilistica Italiana (Fpi), che aveva già aderito a World Boxing alla fine di luglio.
Con queste nuove adesioni, il numero totale di federazioni nazionali che hanno lasciato l’Iba per World Boxing sale a 51, un segnale inequivocabile di un cambiamento in atto nel mondo del pugilato.
L’obiettivo: ristabilire la credibilità e il futuro del pugilato
La decisione di queste federazioni di abbandonare l’Iba è motivata dalla volontà di ristabilire la credibilità del pugilato, che negli ultimi anni è stato colpito da scandali e da una gestione poco trasparente. World Boxing si propone come un’alternativa credibile, basata su principi di trasparenza, equità e professionalità. L’obiettivo principale è quello di riportare il pugilato ai vertici dello sport mondiale e di garantirgli un posto nel programma olimpico, un traguardo fondamentale per il futuro della disciplina.
Un futuro incerto per l’Iba
La crescente adesione a World Boxing rappresenta una seria minaccia per l’Iba, che rischia di perdere il controllo di una parte significativa del panorama pugilistico mondiale. La sfida per l’Iba è ora quella di riformare la propria struttura e di riconquistare la fiducia delle federazioni nazionali. Il futuro del pugilato è in gioco e la lotta per il controllo della disciplina si preannuncia aspra e complessa.