Giorgetti a Bruxelles per la Manovra: la sfida europea
La settimana si apre con un viaggio a Bruxelles per Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, per discutere la manovra con i suoi colleghi europei. Lunedì è atteso dall’Eurogruppo, mentre martedì incontrerà i 27 ministri dell’Ecofin. Questa sarà la prima uscita europea del ministro dopo l’approvazione della legge di bilancio da parte del Consiglio dei Ministri.
La Commissione Ue, in linea con le stringenti regole del nuovo Patto di stabilità e di crescita, esaminerà con attenzione la manovra. Il verdetto sul piano di rientro del deficit e del debito è previsto per la fine di novembre. L’Italia ha chiesto un allungamento a sette anni per portare a termine il piano di risanamento, richiesta che è stata accolta da Bruxelles. Ora l’attenzione si sposta sulle misure specifiche della manovra.
Giorgetti ha ribadito la sua posizione in merito al taglio della decontribuzione dei salari medio-bassi, che quest’anno viene esteso fino a 40.000 euro. “Un patto di circa 16 miliardi che permette di far pagare meno tasse alle famiglie che hanno più bisogno e che vuole portare anche interventi a favore delle famiglie con i figli”, ha dichiarato il ministro.
Il Parlamento italiano pronto a un’ondata di emendamenti
Il testo della manovra deve ancora affrontare il vaglio del Parlamento italiano, dove è previsto un intenso dibattito con una serie di emendamenti. Le stesse forze di maggioranza sono al lavoro per modificare alcune parti del testo, dal fisco alle pensioni.
Bruxelles starebbe esercitando pressioni affinché il Parlamento non apporti modifiche sostanziali alla manovra, evitando che il rigore e la prudenza sul fronte delle finanze pubbliche vengano indeboliti.
Il concordato fiscale e la ricerca di nuove risorse
Il governo attende con ansia i numeri del concordato fiscale, i cui termini si sono chiusi il 31 ottobre. I dati saranno disponibili nei prossimi giorni e saranno fondamentali per valutare di quali risorse aggiuntive disporrà il governo.
Nonostante l’esclusione di una proroga, si sta intensificando la pressione per l’apertura di una nuova finestra fino a fine anno per permettere a coloro che non hanno ancora aderito al “patto col fisco” di farlo. Questa soluzione è fortemente auspicata anche dalla categoria dei commercialisti.
Il governo spera di raccogliere un vero e proprio “tesoretto”, anche se diverse forze di opposizione parlano di un flop annunciato. Forza Italia insiste nel chiedere una proroga per favorire le entrate nelle casse dello Stato e tagliare l’Irpef, mentre l’opposizione sostiene che la lotta all’evasione si fa con i controlli.
La maratona delle audizioni in Parlamento
Lunedì, nell’aula delle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite in seduta congiunta, avrà inizio la maratona delle audizioni. A sfilare saranno tutte le associazioni di categoria, professionali, delle imprese e dei consumatori, tra cui i sindacati confederali e Confindustria.
Martedì sarà la volta dei vertici di Inps, Anci, Regioni, Istat, Corte dei Conti e Banca d’Italia. Giovedì 7 novembre è prevista l’audizione di Giorgetti.
Un momento cruciale per la politica economica italiana
La manovra economica del governo Meloni si trova in un momento cruciale. Da un lato, il governo si confronta con le stringenti regole europee, cercando di ottenere un’estensione del piano di rientro del deficit e del debito. Dall’altro, deve gestire le pressioni del Parlamento italiano, che potrebbe apportare modifiche sostanziali al testo. La ricerca di nuove risorse attraverso il concordato fiscale aggiunge un ulteriore livello di complessità alla situazione. Sarà interessante osservare come Giorgetti riuscirà a navigare tra queste diverse sfide e a portare a termine la manovra in un contesto politico e finanziario complesso.