Un addio commovente a Giaveno
Una folla commossa ha riempito il piazzale della chiesa di San Lorenzo a Giaveno, in Piemonte, già prima del rosario per Matilde Lorenzi, la giovane sciatrice della Nazionale juniores morta in allenamento in Alto Adige. La chiesa era gremita, con le navate laterali piene di gente in piedi, a testimoniare l’affetto e la vicinanza della comunità alla famiglia dell’atleta.
Gli abbracci ai parenti di Matilde, mamma Elena, papà Adolfo, i fratelli Matteo, Giosuè e Lucrezia, insieme alla nonna materna Rosina, hanno riempito il silenzio per oltre un quarto d’ora prima della funzione religiosa. Un momento di dolore condiviso, di lacrime e di conforto reciproco.
Parole di fede e di speranza
Il parroco, nel suo discorso, ha sottolineato l’inutilità delle parole di fronte alla morte, soprattutto quando colpisce una persona giovane come Matilde. "Ogni parola di fronte alla morte è inutile, soprattutto quando accade per una giovane, come per Matilde. Toglie la voglia di vivere. Stasera allora proveremo a fare silenzio, per trovare uno spiraglio di luce che è la fede, quindi la vita, soprattutto la vita eterna", ha detto il sacerdote.
Le parole del parroco hanno cercato di dare un senso al dolore, di trovare un barlume di speranza nella fede, di ricordare che la vita, anche se finisce in questa dimensione terrena, continua in un’altra dimensione, quella della vita eterna.
Il dolore di una comunità
La morte di Matilde Lorenzi ha colpito profondamente la comunità di Giaveno e il mondo dello sci italiano. La giovane atleta, con il suo talento e la sua passione, rappresentava un futuro promettente per lo sport italiano. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma la sua memoria continuerà a vivere nel cuore di chi l’ha conosciuta e amata. In questo momento di dolore, la comunità si stringe attorno alla famiglia di Matilde, offrendo loro conforto e sostegno. La fede, la speranza e l’affetto reciproco possono essere un faro di luce in questo momento di profonda tristezza.