La bufera politica
La situazione tra Stellantis e il mondo politico è in piena tempesta. La decisione di John Elkann, presidente del gruppo, di non presentarsi in Parlamento in attesa della convocazione a Palazzo Chigi, prevista dalle mozioni approvate dalla Camera, ha scatenato una serie di critiche da parte di tutte le forze politiche, opposizione e maggioranza.
La premier Giorgia Meloni ha definito la scelta di Elkann una “mancanza di rispetto al Parlamento”, accusandolo di non comprendere il ruolo delle Camere e di considerare il governo come l’unica sede di dialogo. La Meloni ha ribadito la volontà del governo di continuare il dialogo con Stellantis “senza sudditanza e senza condizionamenti”
Elkann, in una conversazione telefonica con il presidente della Camera Lorenzo Fontana, ha cercato di stemperare la tensione, dichiarando che l’azienda è aperta al dialogo con tutte le istituzioni, come da sempre fa in tutti i Paesi in cui opera. Ha anche sottolineato che in questi anni non c’è stato alcun disimpegno in Italia, ma un grande sforzo per orientare l’attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi.
Le richieste dei sindacati
I sindacati, in audizione alla Camera, hanno espresso la loro insoddisfazione per la situazione, chiedendo un confronto più ampio e diretto con la presidenza del Consiglio. Il leader della Fiom Cgil, Michele De Palma, ha affermato che la questione non è più da affrontare con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma con la presidenza del Consiglio, come accade in Germania con la questione Volkswagen. Anche il numero uno della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, e il segretario nazionale Uilm, Gianluca Ficco, hanno concordato che la presidenza del Consiglio è la sede più adatta per un confronto virtuoso.
Il tavolo Stellantis, convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il 14 novembre, è stato considerato dai sindacati improduttivo e controproducente.
Le reazioni politiche
La decisione di Elkann è stata criticata da tutte le forze politiche. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha definito l’atteggiamento del presidente di Stellantis “stigmatizzabile”, mentre il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha sottolineato la necessità di trovare insieme una soluzione alle difficoltà.
La Lega ha definito la scelta di Elkann una “vergognosa offesa alle istituzioni”, accusando Stellantis di aver preso i soldi pubblici e poi di essere scappata all’estero. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha definito “sconcertante” la decisione di Elkann, accusandolo di snobbare il Parlamento.
Anche il segretario di Azione, Carlo Calenda, ha parlato di “grave sgarbo istituzionale”, insistendo sulla necessità che Elkann si presenti in Parlamento per rispondere alle domande dei deputati.
Il ministro Adolfo Urso ha espresso la sua irritazione per la decisione di Elkann, che ha costretto il ministro a rinviare la convocazione del tavolo Stellantis.
Un confronto necessario
La situazione tra Stellantis e il mondo politico è complessa e richiede un confronto aperto e costruttivo. La decisione di Elkann di non presentarsi in Parlamento è stata percepita come un gesto di arroganza e di mancanza di rispetto per le istituzioni. È importante che Stellantis si impegni in un dialogo sincero e trasparente con il Parlamento e con i sindacati, per trovare soluzioni concrete alle sfide che il settore automobilistico sta affrontando.