Un’ondata di dollari in Argentina
L’Argentina è stata travolta da un’ondata di dollari negli ultimi due mesi, in seguito al maxi condono fiscale decretato dal governo di Javier Milei. Le banche argentin, con un’espressione che rimanda a un’immagine quasi apocalittica, hanno descritto la situazione come un “inferno di banconote”.
Il successo del condono fiscale
Secondo le stime del governo, in soli due mesi sono rientrati nel sistema finanziario almeno 18 miliardi di dollari in contanti, una cifra che sale fino a 40 miliardi se si tiene conto anche della regolarizzazione di titoli, azioni e beni non dichiarati. Il portavoce della presidenza, Manuel Adorni, ha definito il risultato della prima fase del condono, giunta al suo ultimo giorno, un “chiaro successo”.
L’afflusso di argentini nelle banche
Gli argentini, con borse della spazzatura piene di banconote, si sono riversati nelle succursali bancarie per regolarizzare i propri patrimoni non dichiarati. Il condono prevedeva la possibilità di regolarizzare a costo zero patrimoni fino a 100 mila dollari, mentre per qualsiasi cifra superiore si pagava un’aliquota del 5%.
La seconda fase del condono
Domani prende il via la seconda tappa del condono, che si concluderà il 31 gennaio. In questa fase non sarà più possibile regolarizzare patrimoni in contanti e l’aliquota per accedere al condono sale al 10%.
L’impatto del condono sull’economia argentina
Il maxi condono fiscale di Milei rappresenta un tentativo di riportare nel sistema finanziario argentino capitali che erano stati nascosti. L’afflusso di dollari potrebbe avere un impatto positivo sull’economia del paese, ma è importante monitorare attentamente gli effetti a lungo termine di questa misura. È necessario valutare se il condono sia in grado di stimolare la crescita economica o se si tratti di un’operazione che favorisce solo una ristretta cerchia di persone.